ECONOMIA
La stima della Cgia di Mestre
Irpef, italiani pronti a spendere 9 dei 10 miliardi da ricevere
Chi beneficerà della riduzione dell'Irpef a partire da maggio - 85 Euro al mese - consumerà quasi il 90% di quanto ricevuto - a partire da maggio - soprattutto in bevande, cibo, servizi alla persona e alberghi
Il governo ha annunciato una riduzione di 10 miliardi dell'Irpef per chi guadagna 25.000 Euro lordi al mese. Un provvedimento in grado di assicurare - a partire da maggio - 85 Euro al mese in più in busta paga alla fetta di popolazione interessata. La Cgia di Mestre calcola che gli italiani sono pronti a mantenere la propensione al consumo calcolata da Banca d'Italia e quindi spenderanno 8,86 miliardi dei 10 ricevuti.
Secondo il presidente della Cgia - Giuseppe Bortolussi - saranno queste le principali voci di spesa: "innanzitutto gli alimentari e le bevande, con una spesa che aumenterà di oltre 2,3 miliardi di euro. Altri 2 miliardi interesseranno i trasporti e quasi 1,3 miliardi gli altri beni e servizi che includono gli acquisti dei prodotti e dei servizi per la cura della persona, i pasti fuori casa, alberghi, etc. L'abbigliamento e le calzature registreranno un aumento pari a 670 milioni, mentre i mobili e gli elettrodomestici per la casa un incremento di 588 milioni di euro''.
Consumi e ripresa
La Cgia sottolinea come i consumi delle famiglie rappresentino la principale componente del nostro Pil. Nel 2013 i consumi hanno rappresentato il 60 per cento della ricchezza prodotta in Italia (935 miliardi di euro correnti a fronte di un Pil di 1.560 miliardi di euro correnti). ''Dall'inizio della crisi alla fine del 2013 - segnala Giuseppe Bortolussi - i consumi delle famiglie italiane al netto dell'inflazione sono crollati del 7,6 per cento. Ciò vuol dire che la spesa, in valore assoluto, è diminuita di 66,5 miliardi di euro. A subire la contrazione più forte sono stati i beni durevoli: tra il 2007 e il 2013 la contrazione è stata del 28,1%". "Renzi - conclude Bortolussi - ha fatto bene a lasciare più soldi in tasca ai redditi più bassi. Solo rilanciando la domanda interna abbiamo la possibilità far ripartire la nostra economia, aiutando anche i lavoratori autonomi, gli artigiani, i commercianti e i piccoli imprenditori che vivono quasi esclusivamente dei consumi dei territori in cui operano''.