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MONDO

Oltre 60 milioni di visualizzazioni

Cina, incinta di una bimba malata di tumore: giornalista incolpa lo smog in un documentario

Volto noto della TV di Stato, Chai Jing si è licenziata per poter seguire la figlia ma non ha lasciato il lavoro del tutto: ha prodotto un documentario che denuncia i danni gravissimi dell'economia cinese, fondata per il 70% sul consumo di carbone. Poichè la sua posizione è in linea con le politiche di Pechino, non è stata censurata e, anzi, sul web è diventata un fenomeno virale. 

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di Veronica Fernandes "Un giorno decine di migliaia di persone normali diranno no. Diranno che non sono soddisfatti, che non vogliono aspettare e che non vogliono sfuggire alle loro responsabilità. Sento che devo scendere in campo e fare qualcosa, e lo devo fare adesso, qui, proprio in questa situazione. Io sono il cambiamento".

Chai Jing, frase conclusiva del documentario 



Durante la gravidanza scopre che la bimba che porta in grembo è già malata di tumore. E' successo nel 2013 alla giornalista cinese Chai Jing, volto noto della tv di Stato CCTV. Sconvolta, lascia immediatamente il posto e si dedica alla figlia. E oggi, quasi due anni dopo, mostra che non ha mai smesso di lavorare ma che ha declinato la professione seguendo la sua storia personale girando un documentario che denuncia gli effetti devastanti di un'economia, come quella cinese, basata per il 70% sul'utilizzo del carbone come combustibile. Chai Jing infatti non ha dubbi: la malattina della bimba deriva dall'inquinamento che lei stessa, tramite il suo corpo, ha fatto arrivare al feto. In meno di due giorni il documentario, dal titolo Under the Dome - Investigating China's Haze (si può vedere qui, a breve sottotitolato in inglese) è diventato un caso in Cina: 60 milioni di visualizzazioni, rilanciato anche dagli organi governativi. Come mai nessuna censura? Perchè il lavoro della giornalista segue la linea politica di Xi Jinping dopo l'accordo storico per la riduzione delle emissioni firmato con Barack Obama lo scorso novembre. E il tema sarà anche al centro dell'imminente congresso nazionale del partito, un timing perfetto.

"Non si può chiudere un'acciaieria, dà lavoro a 100 mila persone"
In un passaggio del documentario Chai Jing chiede ad un ufficiale cinese perchè non si possa semplicemente chiudere un'acciarieria. "Scherzi? - si sente rispondere - ha una capacità annua di produrre 10 milioni di tonnellate di acciaio e in questo modo dà lavoro a 100 mila persone, non si può". Seppure non contenga scoop, il documentario è una delle fotografie più esaustive dello smog e dei suoi effetti in Cina e mette in luce la riluttanza da parte dei colossi del carbone e del petrolio ad imporre standard produttivi rispettosi dell'ambiente. 

L'accordo sul taglio delle emissioni
Cina e Usa sono responsabili del 45% delle emissioni mondiali di Co2. Con l'accordo Beijing si impegna a porre fine alla crescita nel 2030 mentre gli Usa effettueranno entro il 2015 un taglio tra il 26 e il 28%. Ad oggi la Cina è il maggiore produttore di emissioni seguita dagli Stati Uniti e dall'India che sembra andare in tutta direzione. Potrebbe infatti trasferirsi lì il dramma dello smog denunciato da Chai Jing. Con emissioni di Co2 in aumento dagli anni Settanta, lo scorso settembre il ministro dell'Ambiente Prakash Javadekar ha fatto capire che non è in programma nessuna retromarcia: in un'intervista al New York Times ha dichiarato che l'India non avrebbe presentato un piano di riduzione prima della conferenza sul clima di Parigi: "Tagliare? - ha detto - questo è per i Paesi sviluppati".
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