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ECONOMIA

Economia in chiaroscuro: non crescono Pil e lavoratori

Istat, a luglio volano vendite online +23.2%. Ma l'economia resta in stagnazione

Le stime sul commercio italiano evidenziano come ormai gli acquisti online siano sempre più diffusi e conquistino nuove fette di mercato, intanto la nota mensile diffusa dall'Istat registra come l’economia italiana rimanga caratterizzata dal proseguimento di una fase di stagnazione

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E' in continua accelerazione il commercio online, con un incremento di 23.2 punti percentuali che la dice lunga sulle nuove abitudini dei consumatori. Nel complesso a luglio 2019 l'Istat stima, per le vendite al dettaglio, una diminuzione congiunturale dello 0.5% in valore e dello 0.7% in volume. Sono in flessione sia le vendite dei beni alimentari (-0.1% in valore e -0.5% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (-0.7% in valore e in volume). Per quanto riguarda le vendite dei beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali positive per tutti i gruppi di prodotti. Gli aumenti maggiori riguardano dotazioni per l'informatica, telecomunicazioni, telefonia (+6.4%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+6.1%). Rispetto a luglio 2018, il valore delle vendite al dettaglio aumenta del 3.3% per la grande distribuzione, trainata dai discount alimentari (+7.2%) e dello 0.9% per le imprese operanti su piccole superfici.  A confronto il rialzo dello 0.9% delle imprese operanti su piccole superfici, come i negozi di quartiere, sembra poca cosa, ma rappresenta una discontinuità con i mesi precedenti in ribasso.

Il confronto Nel trimestre maggio-luglio, rispetto al trimestre precedente, le vendite al dettaglio aumentano dello 0.5% sia in valore sia in volume. Sono in aumento sia le vendite dei beni alimentari (+0.7% in valore e +0.5% in volume) sia quelle dei prodotti non alimentari (+0.3% in valore e +0.4% in volume). Su base annua, le vendite al dettaglio registrano un aumento del 2,6% in valore e del 2,8% in volume. Sono in crescita sia le vendite dei beni alimentari (+3,2% in valore e +2,4% in volume), sia quelle dei beni non alimentari (+2,1% in valore e +3,1% in volume).

Il commento dell'Istat
"La contenuta flessione congiunturale di luglio segue il più ampio incremento registrato a giugno 2019. A luglio 2019, la crescita tendenziale del valore delle vendite al dettaglio è in accelerazione rispetto a quella registrata nel mese precedente e risulta diffusa a tutte le classi dimensionali d'impresa. Peraltro, la crescita è più intensa per le imprese di maggiore dimensione (con almeno 50 addetti) che mostrano un incremento del 4.3%. Un aumento più contenuto caratterizza, invece, sia le imprese fino a 5 addetti (+0.9%), sia quelle da 6 a 49 addetti (+1%). Se consideriamo la dinamica tendenziale del valore delle vendite da inizio anno, la crescita interessa solo le grandi imprese (+2.2%), che includono anche le principali piattaforme digitali, mentre per le altre si registrano flessioni di diversa intensità (-1,2% per le imprese fino a 5 addetti e -0,1% per quelle da 6 a 49 addetti)".  

Fallimento saldi
"Italia in recessione. Cadono i consumi rispetto a giugno. L'inizio dei saldi avrebbe dovuto far svettare le vendite dei beni non alimentari rispetto al mese precedente. Invece precipitano dello 0,7%". Lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati diffusi oggi dall'Istat. "I saldi si rivelano un fallimento. La discreta performance delle calzature, +6,1% su base annua, è del tutto insufficiente a risollevare le vendite complessive, anche perché l'abbigliamento resta al palo, registrando un misero +1,5%, collocandosi solo in settima posizione rispetto alla classifica dei gruppi di prodotti non alimentari", prosegue Dona. "Insomma, gli italiani sono talmente in crisi che non comperano nemmeno quando ci sono gli sconti. Se a questo aggiungiamo che, rispetto ai valori pre-crisi del luglio 2008, se le vendite totali sono inferiori del 4,4%, quelle dei piccoli negozi segnano ancora una perdita delle del 15,6%, il quadro delle difficoltà del Paese è ancor più evidente", conclude Dona.

Stagnazione
L’economia italiana rimane caratterizzata dal proseguimento di una fase di stagnazione: nel secondo trimestre il prodotto interno lordo (Pil), in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, si è mantenuto sugli stessi livelli dei tre mesi precedenti. Lo rileva l'Istat nella sua nota mensile. La debolezza dei ritmi produttivi, aggiunge l'Istat, si è riflessa anche sul mercato del lavoro, determinando l'interruzione della crescita delle unità di lavoro e delle ore lavorate che aveva caratterizzato i mesi precedenti. L'inflazione al consumo ha mostrato una lieve ripresa, rimanendo comunque su livelli contenuti. Il divario inflazionistico a favore dell'Italia rispetto ai paesi dell'euro si è ristretto leggermente. Ad agosto, l'indice del clima di fiducia ha evidenziato un deterioramento sia per i consumatori sia per le imprese. Il recente peggioramento e l'elevata instabilità del quadro congiunturale si sono riflessi sull'andamento dell'indicatore anticipatore che ha segnato un'ampia flessione suggerendo il proseguimento della fase di debolezza dei livelli di attività economica. Le prospettive dell'occupazione per i prossimi mesi indicano un proseguimento della fase di moderazione. Nel secondo trimestre, il tasso di posti vacanti, che misura le ricerche di personale da parte delle imprese, è rimasto stabile rispetto al trimestre precedente. Ad agosto i giudizi degli imprenditori riferiti alle attese di occupazione hanno mostrato un lieve peggioramento. E' quanto emerge dalla nota mensile sull'andamento   dell'economia italiana a cura dell'Istat.
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