ECONOMIA
Via dell'Astronomia
Confindustria: dalla crisi i danni di una guerra
La recessione è finita, ma l'Italia è sul filo del rasoio. Raddoppiati i poveri e consumi tagliati di oltre 5mila euro a famiglia. Nel 2015 ancora rischi per la crescita. Confindustria cita Mandela: vincere la povertà è un atto di giustizia
Roma
La profonda recessione dell'economia italiana, la seconda in sei anni, "è finita". I suoi effetti no. Dunque "camminiamo sul filo di un rasoio". A lanciare l'allarme è il Centro Studi di Confindustria negli ultimi Scenari Economici. "Il Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale", avvertono da viale dell'Astronomia. L'Italia si presenta alle porte del 2014 con "pesanti danni, commisurabili solo con quelli di una guerra". Bruciati oltre 200 miliardi di euro di reddito, quasi 3.500 euro per abitante. Confindustria: "Vincere la povertà non è un gesto di carità. E' un atto di giustizia".
La situazione paese. Rispetto al 2007 il Pil totale è diminuito del 9,1% e quello pro-capite dell'11,5%, cioè di 2.900 euro a testa, tornando ai valori del 1996. La produzione industriale è scesa in termini fisici del 24,6%, ai livelli del 1986. Le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia 5.037 euro in media all`anno. Le persone a cui manca lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa. Anche i poveri sono raddoppiati, a 4,8 milioni.
Il debito pubblico. Salirà al 132,6% del Pil nel 2013, al lordo dei sostegni, ma inizierà a calare nel 2015 quando si dovrebbe assestare al 132,0% del Pil (128,2% al netto dei sostegni). La stima include 0,5 punti di Pil di privatizzazioni e dismissioni immobiliari per il 2014 e il 2015, come indicato dal governo nella nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza.
Tasse. Secondo le analisi di Confindustria, sensibile al tema, la pressione fiscale nel 2013 è aumentata, assestandosi a quota 44,3% del Pil. Resterà più o meno invariata anche nel 2014, stabilizzandosi al 44,2%. Solo nel 2015, scenderà al 43,9%. Per quanto riguarda l'evasione fiscale il Centro Studi stima che il gettito evaso in Italia sarebbe pari a 190 miliardi di euro, il 12,1% del Pil, circa 9 miliardi in più del 2011.
Improprio parlare di ripresa. Confindustria parla di risalita più che di ripresa. Il percorso - fanno sapere da viale dell'Astronomia - sarà lento e difficile a causa della ridotta capacità produttiva, intaccata dalla caduta della domanda interna. Il vicepresidente di Confindustria per il centro studi, Fulvio Conti avverte: "Servono riforme strutturali coraggiose e politiche industriali che traccino una nuova era di ricostruzione economica e sociale del Paese". Conti aggiunge: "La risorsa dell'Italia è la cultura, un'eredità unica ed inimitabile che non può essere gestita come una rendita ma deve essere valorizzata appieno per diventare un vantaggio competitivo del paese".
Legge di stabilità, un'occasione mancata. "Complessivamente si tratta di intervento modesto sul 2014 che ritocca marginalmente il deficit: in termini di Pil si tratta di qualche decimale (0,2%). E per il 2015 e 2016 la correzione del disavanzo coincide sostanzialmente con le dimensioni delle clausole di salvaguardia". "L'Intervento principale proposto è quello sul cuneo fiscale - rilevano ancora gli economisti di via dell'Astronomia - ma le risorse stanziate non sono in grado di incidere significativamente".
Sull'art 18. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi accoglie favorevolmente l'ipotesi di abolizione dell'art.18 per i neoassunti proposta dal segretario del Pd Matteo Renzi. "Sicuramente va nella direzione giusta - commenta - anche se non è sufficiente perché per assumere bisogna prima creare le condizioni per avere più lavoro".
La situazione paese. Rispetto al 2007 il Pil totale è diminuito del 9,1% e quello pro-capite dell'11,5%, cioè di 2.900 euro a testa, tornando ai valori del 1996. La produzione industriale è scesa in termini fisici del 24,6%, ai livelli del 1986. Le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia 5.037 euro in media all`anno. Le persone a cui manca lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa. Anche i poveri sono raddoppiati, a 4,8 milioni.
Il debito pubblico. Salirà al 132,6% del Pil nel 2013, al lordo dei sostegni, ma inizierà a calare nel 2015 quando si dovrebbe assestare al 132,0% del Pil (128,2% al netto dei sostegni). La stima include 0,5 punti di Pil di privatizzazioni e dismissioni immobiliari per il 2014 e il 2015, come indicato dal governo nella nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza.
Tasse. Secondo le analisi di Confindustria, sensibile al tema, la pressione fiscale nel 2013 è aumentata, assestandosi a quota 44,3% del Pil. Resterà più o meno invariata anche nel 2014, stabilizzandosi al 44,2%. Solo nel 2015, scenderà al 43,9%. Per quanto riguarda l'evasione fiscale il Centro Studi stima che il gettito evaso in Italia sarebbe pari a 190 miliardi di euro, il 12,1% del Pil, circa 9 miliardi in più del 2011.
Improprio parlare di ripresa. Confindustria parla di risalita più che di ripresa. Il percorso - fanno sapere da viale dell'Astronomia - sarà lento e difficile a causa della ridotta capacità produttiva, intaccata dalla caduta della domanda interna. Il vicepresidente di Confindustria per il centro studi, Fulvio Conti avverte: "Servono riforme strutturali coraggiose e politiche industriali che traccino una nuova era di ricostruzione economica e sociale del Paese". Conti aggiunge: "La risorsa dell'Italia è la cultura, un'eredità unica ed inimitabile che non può essere gestita come una rendita ma deve essere valorizzata appieno per diventare un vantaggio competitivo del paese".
Legge di stabilità, un'occasione mancata. "Complessivamente si tratta di intervento modesto sul 2014 che ritocca marginalmente il deficit: in termini di Pil si tratta di qualche decimale (0,2%). E per il 2015 e 2016 la correzione del disavanzo coincide sostanzialmente con le dimensioni delle clausole di salvaguardia". "L'Intervento principale proposto è quello sul cuneo fiscale - rilevano ancora gli economisti di via dell'Astronomia - ma le risorse stanziate non sono in grado di incidere significativamente".
Sull'art 18. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi accoglie favorevolmente l'ipotesi di abolizione dell'art.18 per i neoassunti proposta dal segretario del Pd Matteo Renzi. "Sicuramente va nella direzione giusta - commenta - anche se non è sufficiente perché per assumere bisogna prima creare le condizioni per avere più lavoro".