MONDO
Convention democratica. Kamala Harris accetta la candidatura a vicepresidente
Convention Dem. Obama: Trump ha fallito, è una minaccia per la democrazia
Serata istituzionale per la convention democratica. Kamala Harris accetta la candidatura a vicepresidente. Show di Obama con il durissimo attacco a Trump: "Il presidente è un incapace"
Ogni attenzione è però per l'ex presidente, e lui non delude. Tutti gli oratori che hanno preceduto Obama hanno attaccato Trump, ovviamente. Nessuno di loro è riuscito ad essere altrettanto efficace altrettanto diretto come Obama quando ha esordito nell'attacco al suo successore dicendo semplicemente: "Donald Trump ha fallito, non è riuscito fare il suo lavoro", e "le conseguenze di questo fallimento sono gravi, 70 mila americani morti. Milioni di posti di lavoro persi. I nostri peggiori impulsi scatenati, la nostra orgogliosa reputazione nel mondo drasticamente ridimensionata, e le nostre istituzioni democratiche minacciate come mai prima". Obama ha pronunciato il suo discorso dal museo della Rivoluzione americana a Filadelfia dove i 'padri fondatori' degli Stati Uniti firmarono la costituzione, nel 1787
Poi viene la parte parte empatica del discorso il sostegno alla 'persona' Biden: "Dodici anni fa, quando cominciai la mia ricerca per il vicepresidente - prosegue Obama - non sapevo che avrei finito col trovare un fratello. Io e Joe veniamo da posti e generazioni differenti. Ma ciò che arrivai ad ammirare subito in lui fu la resilienza, nata dal soffrire troppo, la sua empatia, nata dall'eccessivo dolore. Joe è un uomo che ha imparato presto a trattare ogni persona con rispetto e dignità". "Oggi ha - concluso Obama - vi chiedo di credere nella capacità di Joe e Kamala di guidare il nostro paese fuori delle tenebre e ricostruirlo meglio"
Se presto il mondo avrà un vaccino contro il Covid, al contrario "non esiste un vaccino contro il razzismo": è uno degli slogan più efficaci coniati da Kamala Harris. Sul suo essere donna nera, di origine asiatica e giamaicana, Harris punta le sue carte, e nel suo discorso di accettazione della candidatura a vicepresidente ha parlato molto della sua famiglia di origine. "Mia madre è arrivata negli Stati Uniti dall'India per curare i tumori, mio padre dalla Giamaica per studiare economia, si sono conosciuti alle marce per i diritti civili degli anni '60, la cosa più americana che ci sia".
"Siamo a un punto di svolta - ha detto ancora la candidata vice di Joe Biden - Il fallimento della leadership di Donald Trump è costato vite e mezzi di sussistenza. La confusione continua ci manda alla deriva. L'incompetenza ci fa provare paura. L'insensibilità ci fa sentire soli. Possiamo fare meglio, e meritiamo di più. Dobbiamo eleggere un presidente che ci porti tutti insieme, neri, bianchi, latini, asiatici, indigeni, a creare il futuro che collettivamente vogliamo. Dobbiamo eleggere Joe Biden".
Sulla stessa falsariga anche gli interventi iniziali della giornata, Hillary Clinton ha raccontato di avere incontrato molti americani pentiti di non averla votata nel 2016. "Bene: questa non può essere un'altra elezione del tipo: 'vorrei potrei dovrei'. "Andate a votare a prescindere da tutto. Votate come se ci fossero in gioco le vostre vite, perché lo sono" realmente ha concluso l'ex candidata. Nancy Pelosi, speaker della Camera, ha stigmatizzato con forza "il disprezzo di Donald Trump per i fatti, per le famiglie di lavoratori e per le donne in particolare - ha detto Pelosi - un disprezzo scritto nelle sue politiche verso la nostra salute e i nostri diritti, non solo nel suo comportamento. Ma noi sappiamo che non prevarrà e che quando le donne hanno successo, l'America ha successo".