MONDO
Ieri, per il quarto giorno consecutivo, record di decessi: 73
Coronavirus: tutti i numeri dell'epidemia e dell'impatto economico in Cina
Contagi in 24 paesi e in tutti i continenti, eccezion fatta per l'Africa. Il numero delle morti in Cina ha già superato quello dei morti per la Sars nel 2003. Per contenere il contagio avviato un cordone sanitario attorno a 14 città dello Hubei. Costruito un ospedale in 10 giorni e convogliati in zona 11mila medici. Le agenzie di rating intanto rivedono al ribasso la crescita economica del paese del Dragone
Record di decessi
Ieri, per il quarto giorno consecutivo, è stato registrato un record di decessi: 73 (69 dei quali nel solo Hubei) contro i 70 di mercoledì scorso, i 65 del giorno precedente e i 64 di lunedì. Le persone che hanno avuto contatti con chi è risultato positivo ai test sul coronavirus sono 314.028 e, di queste, 186.045 sono ancora sotto osservazione.
Africa salva
L'epidemia si è diffusa in altri 24 Paesi dislocati in quattro continenti, con l'esclusione dell'Africa e dell'area sub-continentale del Sud America, dove non si registrano casi confermati. Il governo e i media cinesi da giorni enfatizzano l'aumento del numero di persone guarite che ha superato il totale dei decessi: allo stesso tempo, secondo il bollettino diffuso lunedì scorso, il numero di vittime in Cina ha superato quello dei morti per la Sars nel Paese nel 2003 (in totale, le vittime di Sars sono ancora superiori a quelle del nuovo coronavirus).
I guariti aumentano
All'ultimo conteggio, sono 1.540 le persone guarite e dimesse in Cina, delle quali 387 ieri (e di queste ultime, 184 registrate nel solo Hubei). Tra i guariti, riferisce il quotidiano China Daily, c'è anche un uomo di 91 anni di Wuhan, che è il più anziano a essere uscito sulle proprie gambe da una struttura sanitaria dallo scoppio dell'epidemia. L'uomo ha battuto il record della settimana scorsa, detenuto da un uomo di 88 anni.
Isolate le città
Per contenere il virus, le autorità locali hanno avviato un cordone sanitario con forti restrizioni alla mobilità dei cittadini attorno a 14 città dello Hubei, che contano circa 56 milioni di abitanti: la prima di queste è stata proprio Wuhan, che ha oltre 11 milioni di abitanti. Altre città al di fuori dello Hubei, a cominciare da Wenzhou, nella provincia costiera dello Zhejiang, hanno subito forti restrizioni nei movimenti: una di queste, Hangzhou, sempre nello Zhejiang, è sottoposta a forti restrizioni in tre distretti, tra cui quello dove hanno sede gli uffici del gigante dell'e-commerce fondato da Jack Ma, Alibaba.
Ospedale in 10 giorni
Lo sforzo della Cina per contrastare l'epidemia ha visto - quasi in un reality show - la costruzione in dieci giorni di un ospedale a Wuhan, lo Huoshenshan, che ha iniziato ad accettare i primi pazienti. Alla struttura se ne è affiancata una seconda, ultimata ieri e iniziata pochi giorni dopo, il Leishenshan, che può accogliere fino a 1.600 malati. A Wuhan, la Cina ha dispiegato anche medici militari con esperienza nel contrasto alla Sars e all'Ebola: sono circa 1.400, tra dottori, infermieri e personale sanitario. Ci sono poi gli ospedali esistenti nel capoluogo dello Hubei: tra i più citati c'è lo Jinyintan, struttura nota per i numeri di casi guariti, e il Wuhan Central Hospital, dove ieri è morto il medico Li Weiliang che per primo aveva rilevato la presenza di un coronavirus di nuovo tipo e lanciato l'allarme sul pericolo di un'epidemia.
11mila medici
La Cina ha convogliato nello Hubei medici da tutto il Paese, circa 11 mila, e ha impiegato anche medici militari. Wuhan sta aumentando le strutture dedicate alla cura, adibendo all'accoglienza dei malati anche alberghi, scuole, palestre e centri espositivi: l'agenzia Xinhua stima che si possano aggiungere ancora oltre diecimila posti. Le stesse autorità dello Hubei hanno lamentato, di recente, proprio la carenza di posti letto, a fronte di un numero di persone contagiate che continua a salire e a mettere sotto pressione le strutture esistenti.
Previsioni negative
S&P Global Ratings ha ridotto le sue previsioni sulla crescita economica della Cina nel 2020, portandole al 5%, dal 5,7% previsto venerdì scorso. Secondo l'agenzia l'impatto dell'epidemia del nuovo coronavirus probabilmente comporterà un pesante contraccolpo a breve termine. Secondo l'agenzia, Pechino dovrebbe riuscire a contenere la diffusione del virus entro marzo. Allo stesso tempo, l'agenzia rivede al rialzo la sua stima sulle previsioni di crescita della Cina nel 2021, incorporando un probabile rimbalzo e portandole dal 5,6% al 6,4%.
Revisione al ribasso
Secondo l'ufficio studi Anz, grazie anche agli stimoli della banca centrale cinese, il Pil del Dragone salirà del 5,8% anche se nel primo trimestre ha rivisto il tasso dal 5,9% al 5%. La revisione al ribasso da parte degli economisti di Anz è causata dal fatto che "l'attività industriale e le esportazioni diminuiranno a causa della diminuzione del numero di giorni lavorativi", ossia 3,5 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
Shock economico
Più pessimisti gli esperti di Citigroup che prevedono un rallentamento della crescita della Cina per l'intero anno rispetto alla loro precedente previsione del 5,8% al 5,5%. L'impatto economico negativo si concentrerà probabilmente nel primo trimestre dell'anno ma a loro giudizio "interventi politici attentamente calibrati saranno fondamentali per mitigare lo shock economico". Vede ancora più 'nero' Moody's anche se in questo momento, mantiene la sua previsione di una crescita del 5,8% del Pil per la Cina nel 2020.
Minaccia globale
Ma anche se i consumi si riprenderanno, la ripresa non sarà così forte come dopo l'epidemia di Sars del 2002-2003, in quanto la domanda stenterà a decollare di nuovo, ha detto Martin Petch, un funzionario del credito senior di Moody's. Non solo, ma il virus rappresenta "una seria e crescente minaccia" per l'economia globale che ora non è possibile quantificare.
Colpiti industria e turismo
Secondo le ultime stime di Economist Intelligence Unit il Pil cinese crescerà quest'anno tra il 4,9 e il 5,4% e non del 5,9% come precedentemente previsto. Per uno degli analisti dell'istituto, Imogen Page-Jarrett (come riporta il Cbnc), la crescita sarà rallentata anche per il fatto che il governo investirà di più sul fronte della sanità piuttosto che sulle infrastrutture. E se settori come i viaggi, il turismo e l'industria manifatturiera saranno i più colpiti, alcuni settori come quello farmaceutico, dell'intrattenimento online e dell'e-commerce potrebbero a questo punto riprendere a crescere.
Virus più contagioso di sars
Anche Macquarie ha abbassato le previsioni per la crescita del Pil cinese: nel primo trimestre salirà del 4% e non del 5,9%. Inoltre, la crescita annua è stata rivista dal 5,9% al 5,6%, "supponendo che l'epidemia di coronavirus sia sotto controllo entro il secondo trimestre dell'anno" ha detto Larry Hu, capo economista per la Cina. Un taglio delle stime viene operato anche dagli economisti di Mizuho: "Dato che il virus è esponenzialmente più contagioso della Sars o del Mers, i danni potrebbero essere maggiori, ha detto Vishnu Varathan, responsabile dell'economia e della strategia per l'Asia. Per il primo semestre dell'anno, Varathan si aspetta una crescita del Pil cinese tra il 4,8% e il 5,2%, prima di salire al 5,8% e al 6,3% per il secondo semestre.
Il peggio deve ancora venire
Giù anche le stime di Natixis, dal 5,7% al 5,5%. Gli economisti di questo istituto di ricerca non vedono schiarite in quanto a loro giudizio l'impatto immediato dell'epidemia di coronavirus sarà peggiore di quello durante la Sars. Anche per gli economisti di Nomura la crescita del Pil cinese per quest'anno sarà "significativamente più bassa" del 6,1%. Come ha spiegato l'analista Ting Lu alla CNBC, "il peggio deve ancora venire".
Iniziative serie e tempestive
I timori per la pandemia influiranno sicuramente sulla crescita, ha fatto sapere Qian Wang, capo economista di Vanguard per l'Asia e il Pacifico che mantiene una stima per il 2020 del 5,8%. L'esperto plaude alle iniziative "serie e tempestive" del governo cinese, e per questo usa toni meno pessimisti: i rischi restano ad ogni modo sono al ribasso anche se potenzialmente potrebbe anche esserci un rimbalzo nella seconda metà dell'anno.
Misure efficaci
Il coronavirus costerà all'economia cinese un 0,5% in meno, secondo gli esperti di Ubs. La stima del Pil per il 2020 è passata infatti dal 6 al 5,5%: "Riteniamo che le misure aggressive adottate dalla Cina per contenere il virus, tra cui la messa in quarantena, nonché le misure preventive in altri Paesi, come la cancellazione dei voli e i controlli alle frontiere, si riveleranno alla fine efficaci", ha scritto Mark Haefele, responsabile degli investimenti a livello mondiale.