Coronavirus
L'obiettivo è di evitare una nuova ondata di contagi
Coronavirus: Italia verso la Fase 2, tra distanziamento sociale e voglia di ricominciare
Task force degli esperti a lavoro per verificare se esistano le condizioni per cominciare a liberare, gradualmente, alcune attività produttive in Italia. Naturalmente ci vorrà ancora tempo per "liberare" baci e abbracci, ma la ripresa dipenderà dalla curva epidemica. Restano forti preoccupazioni sull'andamento di Milano e della Lombardia
Preoccupano Milano e la Lombardia
Purtroppo la situazione di Milano e della Lombardia restano preoccupanti e al momento rappresentano quelle più incerte della penisola: "Un dato che non possiamo ancora considerare sotto controllo", ha detto l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. "Aspetteremo cosa ci diranno gli esperti, la cosa che mi lascia perplesso è che la curva sta rallentando ma molto molto adagio. Io mi aspettavo lo facesse più velocemente, ma mi auguro che sia questione di giorni e che presto si vedano ancora di più gli effetti benefici di questa chiusura". Ha detto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana intervenendo a "Cento città" su Rai Radio1.
Scuole chiuse
E Mentre si fa sempre più intenso il dibattito sulla cosiddetta "Fase 2", il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, intervenendo ieri sera a Che tempo che fa su Rai2, ha affermato la necessità di "riflettere" sull'eventualità di "posporre la riapertura delle scuole al prossimo anno" aggiungendo che la "la decisione spetta al governo". Locatelli ha ribadito la necessità di effettuare in modo più ampio possibile nel Paese "Il test di sieroprevalenza, che è fondamentale per acquisire informazioni su quale percentuale ha sviluppato anticorpi e su questo è in via definitiva la validazione dei test per scegliere quale applicare, siamo a buon punto per selezionare il migliore".
La Fase 2
Ma lavorare alla Fase 2 è quantomai importante per l'Italia. La task force di esperti e il Governo sono al lavoro per prevedere una riapertura, seppur parziale e con regole fortemente limitative a cui sottostare. L'obiettivo è di individuare "nel breve periodo" le indicazioni per uscire "gradualmente dal lockdown", finalizzate a un "progressivo e graduale ritorno alla normalità". Il presidente del Consiglio ha chiesto al comitato di individuare, in stretto raccordo con il comitato tecnico-scientifico, le modalità più efficaci e innovative per uscire gradualmente dal lockdown, favorendo la ripresa delle attività produttive, anche attraverso l’elaborazione di modelli organizzativi che consentano la riapertura di fabbriche e aziende nelle condizioni di massima sicurezza per i lavoratori.
Tre settimane per ripartire
La missione è di ripartire, ma evitando una nuova ondata di contagi. Quindi ancora niente baci e abbracci, possibile, invece, la riapertura di negozi e uffici, ma con nuove regole da seguire. I luoghi di lavoro dovranno essere sottoposti ad una pulizia approfondita almeno due volte al giorno, così come i sistemi di areazione. Negozi e uffici dovranno essere dotato di erogatori del disinfettante, mentre chi lavora a contatto con il pubblico dovrà obbligatoriamente indossare la mascherina protettiva e i guanti. Guanti obbligatori anche per chi acquista cibi e bevande, con la distanza di un metro tra le persone che continuerà ad essere una regola da rispettare. L'ingresso nei negozi avverrà a scaglioni in base anche alla grandezza dei locali. La misura di riferimento minima dovrebbe essere 40 metri quadri: nei negozi di queste dimensioni potrà entrare solo un cliente per volta. Per quelli oltre 40 metri quadri l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, ove possibile, i percorsi di entrata e di uscita.
Ancora fermi bar e ristoranti
Nonostante la fase 2 preveda la riapertura di diverse attività, alcune, come bar, ristoranti, parrucchieri e centri estetici, hanno maggiori difficoltà a rispettare il distanziamento di un metro. Per loro il governo sta valutando l'obbligo di lavorare solo su appuntamento e sempre con guanti e mascherina, mentre per le attività di ristorazione sarà necessaria una riorganizzazione che garantisca la distanza di un metro tra lavoratore e cliente, e di almeno due metri tra i tavoli. Per quanto riguarda il trasporto pubblico, le corse verranno intensificate e a bordo si potrà stare soltanto seduti, con alcuni posti che dovranno rimanere vuoti per garantire la distanza di un metro.
L'orizzonte è il 3 maggio
L’orizzonte temporale è il 3 maggio, ma Conte ha chiesto alla task force di trovare soluzioni per riaprire già in aprile alcune attività produttive. Ma per la fase 2, tra tre settimane, gli scienziati dicono che sarebbero necessari tamponi mirati e i test immunologici che non sono stati ancora introdotti a quasi due mesi dall’inizio dell’emergenza. E poi c’è il tema dei controlli sulle 80.000 aziende che sono rimaste aperte durante il lockdown grazie all’autocertificazione e al silenzio-assenso dei Prefetti. E si sa poco dei loro livelli di sicurezza.
La curva epidemica
Comunque la ripresa sarà graduale e dipenderà dalla curva epidemica, ovvero dall’andamento dell’R0 e potrebbe essere diversificata tra le Regioni. Il calendario sarà stilato in base alle necessità dei cittadini e se la curva scenderà potrebbe prevedere alcune riaperture entro il 15 maggio. Ad esempio, per i trasporti pubblici, le corse di autobus e metropolitane dovranno essere intensificate perché a bordo si potrà stare soltanto seduti ma non tutti i posti potranno essere occupati per mantenere la distanza tra le persone. Ci sarà uno scaglionamento agli ingressi delle stazioni per evitare qualsiasi tipo di assembramento, così come alle biglietterie.