Coronavirus
Dati Anitec-Assinform
Ict, domanda di servizi digitali regge l'impatto della pandemia
Il settore Ict limita il calo al 2% nel 2020 mentre crescono del 16% servizi come il Cloud computing. Buone prospettive nel 2021 e 2022, grazie ai fondi di Next Generation Eu
Calo contenuto, crescita nel 2021 e 2022
Per l'intero 2020 il mercato digitale italiano, secondo lo scenario più probabile e grazie al relativo recupero nella seconda metà dell'anno, è atteso chiudere in calo per non più del 2% rispetto all'anno scorso, a 70,5 miliardi di euro, per poi crescere del 3,4% nel 2021 e del 3,3% nel 2022.
Flessioni moderate nel segmento dispositivi e sistemi (-1,9% sul 2019) e in quello software e soluzioni Ict (-1,6%), soprattutto a causa delle nuove esigenze emerse durante il lockdown (smart working, didattica a distanza) e per lo sviluppo della sicurezza e di nuove piattaforme di servizio online in tutti i settori.
Inoltre, il segmento servizi Ict dovrebbe addirittura tenere (-0,1%), grazie alla continua crescita a due cifre dei servizi Cloud (+16%), che a sua volta è volano per i 'digital enabler', che comprendono Intelligenza artificiale, Mobile computing, Big data, IoT, blockchain, cybersecurity. Dovrebbe invece perdurare il calo nei servizi di rete (-5,9) ma anche la crescita per i contenuti e la pubblicità digitale (+2,7%).
In attesa di Recovery
Anche prendendo in conto con la massima prudenza gli effetti del Recovery Fund, per il mercato digitale italiano si prevede una crescita complessiva del 3,4%, nel 2021, a circa 73 miliardi di euro, e del 3,3% nel 2022, a più di 75 miliardi, con tutti i comparti tecnologici dell'IT in crescita.
Carenti in competenze digitali
Per Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, "il digitale, infatti, ha sostenuto l'attività di famiglie, imprese, istituzioni durante i lockdown e si afferma quale leva più potente e sostenibile per spingere la ripartenza perché diventi ripresa. In questo quadro, è necessario che le risorse del Recovery fund, nel quadro del programma Next generation Eu, vengano destinate prioritariamente a progetti di trasformazione digitale e di innovazione negli ambiti che fanno la differenza: dalle infrastrutture di rete e all'evoluzione dell'amministrazione pubblica, dal sostegno alla digitalizzazione diffusa delle imprese, al rafforzamento del settore Ict in Italia e della sua capacità di ricerca e sviluppo, e così via, sino alla creazione massiva delle competenze digitali evolute di cui siamo carenti. I trend della domanda dicono che è possibile".