POLITICA
Palazzo Madama
Corruzione, slitta esame del ddl al Senato
L'esame del testo, che era previsto per domani, partirà da martedì 17 marzo
L'ipotesi discussa ieri nella riunione di maggioranza sulla prescrizione, prevede - a quanto si apprende - un intervento sull'art. 161 del codice penale, per innalzare da un quarto alla metà il tempo da calcolare, in aggiunta al massimo della pena, per arrivare alla prescrizione del reato. La modifica, su cui Ncd non concorda, alzerebbe fino a 18 anni il tempo in cui si prescrive il reato di corruzione.
L'articolo 161 dice attualmente che "in nessun caso l'interruzione della prescrizione può comportare l'aumento di più di un quarto del tempo necessario a prescrivere". Le modifiche discusse ieri, sostenute dal Pd, puntano ad alzare l'aumento da un quarto alla metà. In sostanza, se prima della legge Severino il reato di corruzione si prescriveva in 7 anni e mezzo e dopo la Severino in 10, se passasse l'insieme di misure allo studio, ci vorrebbero fino a 18 anni perché il reato di corruzione cada in prescrizione. Il ddl anticorruzione in discussione al Senato prevede infatti per la corruzione semplice di innalzare a 10 anni la pena massima, che è quella sulla quale si calcola la prescrizione.
A questa cifra andrebbe aggiunta la quota non più di un quarto, ma della metà, ossia 5 anni. Infine vanno calcolati i 3 anni di sospensione previsti, per tutti i reati, nello stesso testo del governo: due dopo la condanna in primo grado e uno dopo la condanna in appello.