Coronavirus
Fase 2
Dal 4 maggio ok sport individuale. Conte: "I campionati di calcio? Valuteremo"
Il ministro Spadafora: non è scontato che campionato riprenda
via libera alla ripresa degli allenamenti individuali a partire dal 4 maggio. "Per consentire una graduale ripresa delle attività sportive - ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - saranno consentite dal 4 maggio le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal Coni e dalle federazioni, ma solo nel rispetto delle norme di distanziamento sociale, evitando assembramenti. Dunque allenamenti a porte chiuse per le discipline individuali". Un'ottima notizia per tutti gli atleti degli sport individuali. Per gli allenamenti di squadra, invece, bisognerà aspettare due settimane in più: "Il nostro programma prevede il via libera agli allenamenti di squadra dal 18 maggio", ha precisato Conte nella conferenza stampa convocata per spiegare le misure contenute nel nuovo decreto.
Cosa succederà dunque al calcio italiano, unico sport di squadra a non aver dichiarato conclusa la stagione 2019/2020? La Federcalcio, come è noto, vorrebbe portare a termine i campionati e per questo, nel rispetto delle indicazioni Uefa, ha già deciso di prolungare la stagione fino al 2 agosto, presentando al Governo anche il protocollo redatto dalla propria commissione medico-scientifica per far ripartire gli allenamenti in sicurezza.
Un protocollo molto rigido e particolarmente costoso per le società, che dovrebbero farsi carico dei controlli sanitari e anche delle spese per il maxi-ritiro di almeno due settimane, misure necessarie per minimizzare il rischio di nuovi contagi. Per questo l'applicazione del protocollo sembra al momento possibile soltanto per le squadre di Serie A, che peraltro aspettano chiarimenti su alcuni dubbi irrisolti di natura medica (che succede se nel gruppo squadra c'è un nuovo contagiato?) e giuridica (quali sono le responsabilità dei medici sociali?).
La decisione del Governo di consentire dal 4 maggio solo gli allenamenti individuali solleva un altro dubbio: sulla carta le società potrebbero radunare i propri giocatori e portare avanti sedute personalizzate, aspettando il via libera all'attività collettiva previsto per il 18 maggio. Ma alcuni club si interrogano sull'opportunità di riavviare una macchina complessa e costosa senza la garanzia di poter poi davvero riprendere e concludere il campionato. "Il ministro Spadafora - ha spiegato Conte - lavorerà intensamente con gli esperti del comitato tecnico scientifico e con tutte le componenti del sistema calcio per trovare un percorso che in parte è stato già definito per la ripresa degli allenamenti individuali dal 4 maggio e la ripresa dell'attività di squadra dal 18. Più avanti valuteremo se ci sono le condizioni per consentire la conclusione dei campionati".
Dunque i dubbi permangono, anche se il fattore tempo lascia ancora più di una speranza al mondo del calcio italiano: per concludere la Serie A entro il 2 agosto, infatti, sarebbe sufficiente giocare le prime partite ufficiali a metà giugno.
Spadafora: non è scontato che campionato riprenda
Non è scontato che il campionato possa riprendere. Lo ha detto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, intervenendo a 'Che tempo che fa' su Rai 2. "Vedremo se il 18 maggio potranno tornare ad allenarsi gli atleti di sport di squadra - ha detto ancora il ministro - perché dovremo arrivare con tutte le condizioni e quei protocolli di sicurezza". "Su questo 'vedremo' - ha poi detto Spadafora - in questi giorni c'è un tentativo maldestro da parte di vari presidenti di varie società di serie A di calcio e di alcuni commentatori sportivi di trasformarlo in una incapacità del Governo di decidere o in un voler 'non decidere' o, addirittura, in una volontà di penalizzare il calcio. Non è così - ha detto il ministro - il problema è che questa dev'essere una ripresa graduale, altrimenti vanificano i sacrifici che abbiamo fatto. Per questa ripresa è necessario avere dei protocolli rigidi. La Figc, per entrare nel tema del calcio, ha presentato giorni fa un protocollo e proprio ieri sera il comitato tecnico-scientifico ha valutato che quel protocollo non è ancora sufficiente e che ha ancora una serie di approfondimenti che sono necessari. Solo una volta che saranno fatti - ha aggiunto - noi potremo dire se il campionato potrà riprendere. Non si tratta di indecisionismo".
Spadafora ha poi dedicato un pensiero alla Lega Calcio di Serie A. "Non credo che sia incline alla possibilità che il Governo decida di fermare allenamenti e campionato - ha spiegato - almeno a giudicare dalle pressioni che riceviamo. Io rispetto e sostengo il mondo del calcio come ministro dello sport, sapendo anche che è un'azienda importante che dà al fisco oltre un miliardo e mezzo l'anno, fondi che servono anche ad alimentare quel fondo che sostiene anche tutti gli altri sport, ma il problema", ha poi precisato rispondendo a una domanda di Fabio Fazio, è che se alla ripartenza si registrerà un caso di positività, tutto si bloccherebbe di nuovo. "È esattamente quello che abbiamo detto durante la video-call con i rappresentanti della Figc - ha aggiunto - ed è anche uno dei rilievi del comitato medico-scientifico". "Ma d'altra parte - ha detto ancora Spadafora - è' quello che sta succedendo in tutta Europa. Poco fa il ministro della Salute spagnolo ha detto che non sa se il campionato nel suo Paese riprenderà, ma ha molti dubbi. L'Olanda ha già chiuso... Sì, certo, la Germania sta provando a riaprire. Ma ha detto: poi monitoreremo. È ovvio che è una situazione complicata, però noi dei segnali li dovevamo dare ecco perché io credo che per milioni di italiani siano molto importanti questi primi due segnali che stiamo dando, soprattutto l'attività sportiva e motoria, ma le fasi successive ce le dobbiamo anche un po' conquistare perché nulla è scontato nelle prossime settimane. Immagino che queste parole scateneranno gli improperi della Lega di Serie A - ha concluso Spadafora - ma il mio interesse è che tutto lo sport, non soltanto in calcio, riprenda nel migliore dei modi".
Anche lo sport riparte dopo l'emergenza sanitaria. Il nuovo decreto del Governo sulla pandemia causata dal Covid-19 dà il
Cosa succederà dunque al calcio italiano, unico sport di squadra a non aver dichiarato conclusa la stagione 2019/2020? La Federcalcio, come è noto, vorrebbe portare a termine i campionati e per questo, nel rispetto delle indicazioni Uefa, ha già deciso di prolungare la stagione fino al 2 agosto, presentando al Governo anche il protocollo redatto dalla propria commissione medico-scientifica per far ripartire gli allenamenti in sicurezza.
Un protocollo molto rigido e particolarmente costoso per le società, che dovrebbero farsi carico dei controlli sanitari e anche delle spese per il maxi-ritiro di almeno due settimane, misure necessarie per minimizzare il rischio di nuovi contagi. Per questo l'applicazione del protocollo sembra al momento possibile soltanto per le squadre di Serie A, che peraltro aspettano chiarimenti su alcuni dubbi irrisolti di natura medica (che succede se nel gruppo squadra c'è un nuovo contagiato?) e giuridica (quali sono le responsabilità dei medici sociali?).
La decisione del Governo di consentire dal 4 maggio solo gli allenamenti individuali solleva un altro dubbio: sulla carta le società potrebbero radunare i propri giocatori e portare avanti sedute personalizzate, aspettando il via libera all'attività collettiva previsto per il 18 maggio. Ma alcuni club si interrogano sull'opportunità di riavviare una macchina complessa e costosa senza la garanzia di poter poi davvero riprendere e concludere il campionato. "Il ministro Spadafora - ha spiegato Conte - lavorerà intensamente con gli esperti del comitato tecnico scientifico e con tutte le componenti del sistema calcio per trovare un percorso che in parte è stato già definito per la ripresa degli allenamenti individuali dal 4 maggio e la ripresa dell'attività di squadra dal 18. Più avanti valuteremo se ci sono le condizioni per consentire la conclusione dei campionati".
Dunque i dubbi permangono, anche se il fattore tempo lascia ancora più di una speranza al mondo del calcio italiano: per concludere la Serie A entro il 2 agosto, infatti, sarebbe sufficiente giocare le prime partite ufficiali a metà giugno.
Spadafora: non è scontato che campionato riprenda
Non è scontato che il campionato possa riprendere. Lo ha detto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, intervenendo a 'Che tempo che fa' su Rai 2. "Vedremo se il 18 maggio potranno tornare ad allenarsi gli atleti di sport di squadra - ha detto ancora il ministro - perché dovremo arrivare con tutte le condizioni e quei protocolli di sicurezza". "Su questo 'vedremo' - ha poi detto Spadafora - in questi giorni c'è un tentativo maldestro da parte di vari presidenti di varie società di serie A di calcio e di alcuni commentatori sportivi di trasformarlo in una incapacità del Governo di decidere o in un voler 'non decidere' o, addirittura, in una volontà di penalizzare il calcio. Non è così - ha detto il ministro - il problema è che questa dev'essere una ripresa graduale, altrimenti vanificano i sacrifici che abbiamo fatto. Per questa ripresa è necessario avere dei protocolli rigidi. La Figc, per entrare nel tema del calcio, ha presentato giorni fa un protocollo e proprio ieri sera il comitato tecnico-scientifico ha valutato che quel protocollo non è ancora sufficiente e che ha ancora una serie di approfondimenti che sono necessari. Solo una volta che saranno fatti - ha aggiunto - noi potremo dire se il campionato potrà riprendere. Non si tratta di indecisionismo".
Spadafora ha poi dedicato un pensiero alla Lega Calcio di Serie A. "Non credo che sia incline alla possibilità che il Governo decida di fermare allenamenti e campionato - ha spiegato - almeno a giudicare dalle pressioni che riceviamo. Io rispetto e sostengo il mondo del calcio come ministro dello sport, sapendo anche che è un'azienda importante che dà al fisco oltre un miliardo e mezzo l'anno, fondi che servono anche ad alimentare quel fondo che sostiene anche tutti gli altri sport, ma il problema", ha poi precisato rispondendo a una domanda di Fabio Fazio, è che se alla ripartenza si registrerà un caso di positività, tutto si bloccherebbe di nuovo. "È esattamente quello che abbiamo detto durante la video-call con i rappresentanti della Figc - ha aggiunto - ed è anche uno dei rilievi del comitato medico-scientifico". "Ma d'altra parte - ha detto ancora Spadafora - è' quello che sta succedendo in tutta Europa. Poco fa il ministro della Salute spagnolo ha detto che non sa se il campionato nel suo Paese riprenderà, ma ha molti dubbi. L'Olanda ha già chiuso... Sì, certo, la Germania sta provando a riaprire. Ma ha detto: poi monitoreremo. È ovvio che è una situazione complicata, però noi dei segnali li dovevamo dare ecco perché io credo che per milioni di italiani siano molto importanti questi primi due segnali che stiamo dando, soprattutto l'attività sportiva e motoria, ma le fasi successive ce le dobbiamo anche un po' conquistare perché nulla è scontato nelle prossime settimane. Immagino che queste parole scateneranno gli improperi della Lega di Serie A - ha concluso Spadafora - ma il mio interesse è che tutto lo sport, non soltanto in calcio, riprenda nel migliore dei modi".