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ECONOMIA

La disputa Usa-Cina

Guerra commerciale. La Cina ricorre al Wto contro i nuovi dazi di Trump

Gli Stati Uniti hanno deciso nuovi dazi per 112 miliardi di dollari sui prodotti cinesi. Dal 1° settembre sono scattate le nuove tariffe del 15% su una serie di prodotti cinesi, tra cui vestiti, calzature ed elettrodomestici  

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di Tiziana Di Giovannandrea Il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina si arricchisce di una nuova pagina. La Cina ha presentato un ricorso al Wto contro gli Stati Uniti per gli ultimi dazi imposti da Washington a Pechino nonostante che dal 1° settembre siano partite le nuove tariffe doganali incrociate.

Pechino ha deciso di presentare un ricorso all'Organizzazione Mondiale del Commercio contro gli Usa per gli ultimi dazi imposti da Washington. Secondo il Ministero del Commercio di Pechino, gli Stati Uniti avrebbero violato l'accordo raggiunto dal presidente Usa Donald Trump e dal presidente cinese Xi Jinping nel bilaterale avuto al G20 di Osaka a fine giugno, secondo cui i negoziatori dei due Paesi avrebbero dovuto riavviare le trattative commerciali.

La Cina, ha spiegato il Ministero in una nota, difenderà  fermamente i propri diritti legali, il sistema multilaterale del commercio e l'ordine del commercio internazionale in conformità con le regole del Wto.

Da domenica 1° settembre gli Stati Uniti hanno avviato nuove tariffe del 15% su una serie di prodotti cinesi - tra cui vestiti, calzature, elettrodomestici e televisori a schermo piatto - e nello stesso giorno Pechino ha iniziato a imporre nuovi dazi su auto e greggio statunitensi.

Questo significa che mentre Washington applica un' aliquota del 15% su 112 miliardi di dollari relativi a tutta una serie di merci importate da Pechino, la Cina, da parte sua, ha portato dal 5 al 10% i dazi su alcuni prodotti Usa inclusi semi di soia, auto e petroli, per un giro d'affari che si aggira intorno ai 75 miliardi di dollari.

Il braccio di ferro commerciale tra Stati Uniti e Cina va avanti ormai da 18 mesi.

Intanto media cinesi, citando consiglieri del governo di Pechino, secondo quanto riporta il South China Morning Post dicono che la Cina deve resistere agli Stati Uniti e non cedere alle pressioni: "Se la Cina appare debole e fa concessioni commetterà un errore storico", hanno affermato il professore di Relazioni Internazionali della Renmin University of China, School of Business, Jin Canrong e Sun Xihui, ricercatore presso l'Accademia Cinese delle Scienze Sociali. "Affrontare la forte pressione e un comportamento da bulli, essere deboli e fare un passo indietro non porterà ai risultati sperati. Possiamo solo proteggere l'interesse della nazione e del popolo con una reazione razionale e al giusto passo". La posizione degli esperti - conclude il South China Morning Post - è quindi di abbandonare "un atteggiamento che glorifica e teme" gli Stati Uniti ed essere invece determinati a "proseguire la lotta fino al raggiungimento della vittoria".
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