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Coronavirus

Adolescenti nel Covid

Il Covid, la scuola e il disagio giovanile. Pellai: noi adulti al timone di questa nave in tempesta

Medico e psicologo dell'età evolutiva: "Noi adulti dobbiamo considerarci come capitani coraggiosi in questa tempesta, capire che i nostri ragazzi ci vedono al timone di questa nave e che il nostro ruolo è quello di restare al timone. Solo così potranno credere che esiste ancora un domani"

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di Antonella Alba

Le scuole riapriranno in parte in Italia subito dopo Pasqua e anche prima come nel Lazio già dal 30, anche perché la regione tornerà di colore arancione martedì 30 marzo. Un sollievo per oltre 5 milioni di studenti italiani e per le loro famiglie.

Il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi (Cnop) plaude alla decisione dell'esecutivo: "Finalmente parole di chiarezza sulla scuola da parte del Governo. Draghi, Bianchi e Speranza hanno detto che la scuola deve essere una priorità, ultima a chiudere e prima a riaprire".

In effetti, dicono gli esperti, "Le nostre indagini avevano mostrato le ricadute psicologiche negative di una scuola chiusa per troppo tempo e le criticità della Dad. Il bisogno di trovare un equilibrio tra protezione dal virus e salute psicologica". "Ora - dice il presidente Lazzari - dobbiamo aiutare i ragazzi dal punto di vista psicologico a superare il grande malessere che si è creato per impedire che si trasformi in disturbi più gravi e che influisca sulla qualità dello sviluppo.

Ne abbiamo parlato con Alberto Pellai, medico psicoterapeuta dell'Università di Milano

Non basta più sapere che sarà possibile tornare a scuola in presenza, ma ci sarà bisogno anche di guarire dal malessere creato dalla pandemia, come?
In questo momento c'è da accelerare una risocializzazione degli adolescenti, tornare a considerare le relazioni tra pari che per loro restano fondamentali, soprattutto dopo un tempo così sfidante e difficile come quello segnato da questa pandemia. Quindi è una buona notizia la riapertura imminente delle scuole.

Ma per ora il virus è ancora molto presente tra noi e i ragazzi costretti dietro uno schermo digitale..
C'è una parte di loro affaticata psicologicamente ma con un supporto specifico si potrebbe aiutarli a curare quel malessere come ad esempio potenziare lo sportello psicologico nelle scuole con interventi a breve termine.

Gli sportelli psicologici delle scuola sono d'aiuto, ma non sono una novità. Qualcuno pensa a voucher per il supporto psicologico ai minori di 18 anni, lei è d'accordo?
E' vero che lo sportello non è una novità ma io credo che in questo momento rafforzare l'offerta di questa misura possa essere fondamentale, potenzierei la figura dello psicologo scolastico e aumenterei le ore di ascolto a disposizione dei ragazzi. Lo psicologo scolastico potrebbe essere una figura chiave di svolta non solo per l'aiuto ma anche per indirizzare progetti concreti di assistenza capillare sul territorio. Questa mi pare essere ora l'esigenza maggiore.

Dati dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma dicono che autolesionismo e tentato suicidio sono aumentati del 30% tra i ragazzi in età evolutiva, come intervenire?
Vede, secondo me è necessario distinguere: in molti casi i ragazzi hanno già le loro risorse, e vanno comunque seguiti. Quando parliamo di età evolutiva dobbiamo sempre tener presente che in questa fascia d'età si ha bisogno di esperienze con alto livello di eccitazione o emozioni forti, si vivono con lo sport a ogni livello o lo scoutismo per esempio, esperienze che danno forti gratificazioni. Se queste vengono meno o vengono tolte, quel bisogno di eccitazione forte si sposta nella vita virtuale. Ecco perché i nostri ragazzi si spostano nel territorio virtuale perché quel territorio reale è stato desertificato, quindi dobbiamo aiutarli a ricostruire quello spazio sottratto.

Da dove cominciare?
Proviamo con i centri estivi, in Lombardia si stanno preparando oratori estivi, a Varese 22 ragazzi adolescenti da quasi un mese hanno cominciato a costruire una vera comunità, con il consenso dei genitori. Sapendo che i vaccini ci aiuteranno a uscire dalla pandemia possiamo lavorare con maggiore fiducia, dobbiamo progettare lo 'spazio fuori', solo così non saremo sopraffatti dall'ansia. 

Professore, dunque alla luce di quello che stiamo tutt'ora vivendo, possiamo dire che la pandemia ha smascherato un società già di fatto de-strutturata, cioè senza strumenti adatti ad affrontare l'emergenza?
Sì. Il Covid ha smascherato una serie di aspetti sacrificati all'interno della nostra società. Negli ultimi 10, diciamo 20 anni, la scuola ha sacrificato molto il suo significato distintivo, gli studenti sono stati costretti in classi pollaio, con personale docente sempre troppo ridotto. Noi italiani abbiamo pagato caro tutto questo negli ultimi tempi, ma possiamo rimediare. Serve una visione aggregativa all'interno della comunità una visione evolutiva, servono strutture, pensiamo alle scuole del canton Ticino che non si sono mai fermate neanche per un giorno. C'è evidentemente un altro modo di intendere l'investimento sulla formazione. 

La psicologia sembra una 'Cenerentola' assente in alcuni settori e molto presente in altri con diseguaglianze nelle fasce della società, come promuovere il benessere psicologico collettivo necessario per ripartire?
La risposta è nel vedere la psicologia non solo come un'arma ma come una risorsa che crea agio e benessere nella vita collettiva e individuale, vedere il disagio psichico non solo come un fatto clinico ma come possibilità promotiva e preventiva della nostra identità e quindi del nostro benessere strutturale.

Cosa consiglierebbe Alberto Pellai agli insegnanti e ai genitori nel confronto quotidiano a scuola e a casa?
Vedo che troppi adulti hanno cominciato a mollare, se questo succede il ragazzo implode perché non ha più una base sicura, ma vedo anche molti docenti che anche dentro la Dad hanno continuato a tenere alto il coinvolgimento dei loro allievi. Vede, noi adulti dobbiamo considerarci come capitani coraggiosi in questa tempesta del Covid, capire che i nostri ragazzi ci vedono al timone di questa nave e che il nostro ruolo è quello di restare attaccati a quel timone, solo così potranno credere che esiste ancora un domani.

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