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Coronavirus

Nuovo Dpcm

Circolare del Viminale ai Prefetti: controlli su entrata e uscita zone rosse e su movida

Prende corpo il quadro dei controlli che saranno messi in piadi nel periodo di valenza del nuovo Dpcm. Particolare attenzione sarà riservata ai luoghi della movida e alle strade di accesso e di uscita dalle zone rosse

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"Controllare maggiormente l'ingresso e l'uscita dalle zone rosse e mantenere alta la sorveglianza sulle aree utilizzate per la movida dai giovani". Queste sono le principali raccomandazioni fatte dal Viminale a tutti i Prefetti d'Italia e di conseguenza alle Forze dell'ordine impegnate sul territorio nazionale.

E' stata inviata ai prefetti la circolare con le indicazioni in merito alle misure di contenimento e contrasto della diffusione del contagio da Covid-19 contenute nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 2 marzo 2021, in vigore dal 6 marzo 2021 fino al 6 aprile 2021, Pasqua compresa.

Il nuovo decreto prevede un regime differenziato sul territorio nazionale, con misure progressivamente più restrittive in ragione dei diversi scenari di rischio: zona bianca, zona gialla, zona arancione e zona rossa.

In zona bianca, in ogni caso, "restano sospesi gli eventi e le attività implicanti assembramenti in spazi chiusi o all'aperto, comprese le manifestazioni fieristiche e i congressi, nonché le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all'aperto o al chiuso, e la partecipazione di pubblico agli eventi e alle competizioni sportive".

In zona gialla, le principali novità riguardano i servizi museali e gli spettacoli aperti a pubblico. In particolare, i musei potranno restare aperti anche di sabato e nei giorni festivi, "a condizione che l'ingresso sia stato prenotato online e telefonicamente con almeno un giorno di anticipo" mentre gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, live club e in altri spazi anche all'aperto potranno svolgersi "con posti a sedere pre assegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale sia per gli spettatori" non abitualmente conviventi.

Altra novità quella relativa alle scuole, con la possibilità di stop delegata ai presidenti delle Regioni o province autonome "in caso di significativo aggravamento della situazione epidemiologica". Ampliate a lavanderie e tintorie le tipologie di esercizi che possono restare aperti, nelle giornate festive e prefestive, all'interno di centri commerciali e strutture simili, mentre nell'ambito dei servizi di ristorazione cade il divieto di asporto dopo le ore 18 per le enoteche.

In zona arancione poche le modifiche: tra di esse la possibilità per alberghi e strutture ricettive di assicurare ai clienti la ristorazione senza limiti di orario.

Per la zona rossa, il principale elemento di novità introdotto per le istituzioni scolastiche sta nella "sospensione, a decorrere dal 6 marzo, dei servizi educativi dell'infanzia e delle attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado" con conseguente ricorso alla dad.

"Servizi di controlli mirati andranno pianificati, con il concorso delle polizie locali, nelle zone urbane usualmente interessate dal fenomeno della movida, sia in circostanze analoghe a quelle su ricordate come anche nei giorni festivi e prefestivi".

"Particolare attenzione andrà riservata all'ordine e alla sicurezza pubblica, principalmente riguardo le vie di accesso e di uscita dai territori oggetto dei provvedimenti''. È quanto scrive il Viminale nella circolare relativa al nuovo Dpcm inviata ai prefetti.

Con riferimento alla zona gialla, "qualora lo svolgimento di manifestazioni pubbliche preveda la concentrazione dei partecipanti in un'unica sede come, ad esempio, per le manifestazioni a carattere nazionale di solito indette nella capitale, è consentito anche lo spostamento da e verso zone con più elevato livello di rischio, fermo restando il ricorso all'autodichiarazione". E' quanto puntualizza il Viminale nella circolare ai prefetti. Riguardo alle funzioni religiose, "si ribadisce invece che lo spostamento deve essere limitato all'indispensabile, nel senso che vada raggiunto il luogo più vicino dove sia possibile soddisfare la propria esigenza di culto". 
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