MONDO
Per la prima volta sarà in Centrafrica: sostegno al dialogo interreligioso
Papa: Vado in Africa come messaggero di pace e riconciliazione
Due videomessaggi, in inglese - per il Kenya e l'Uganda - e francese - per la Repubblica Centroafricana - inviati alle popolazioni dei tre Paesi alla vigilia del viaggio apostolico in Africa. I servizi francesi lanciano l'allerta sicurezza: alto rischio. Padre Lombardi: "Non ci sono nuovi motivi di allarme"
Roma
Papa Francesco visiterà l'Africa come "messaggero di pace", per promuovere "comprensione" e "rispetto" senza distinzioni di credo o etnia. E' quanto sottolinea il Santo Padre in due videomessaggi, uno in lingua inglese - per il Kenya e l'Uganda - e uno in lingua francese - per la Repubblica Centroafricana - inviati alle popolazioni di questi Paesi a due giorni dal viaggio apostolico in Africa.
Un viaggio che i servizi segreti francesi definiscono ad alto rischio, facendo in particolare riferimento alla visita nella Repubblica Centrafricana, un Paese "altamente insicuro sotto il profilo della sicurezza", con il rischio "non irrilevante" che possa verificarsi un attentato in occasione delle cerimonie in programma, in particolare quella del 29 novembre a Bangui che prevede l'apertura del Giubileo per l'Africa. Per questo i servizi transalpini hanno inviato diversi 'alert' alla Segreteria di Stato vaticana segnalando il pericolo concreto di azioni terroristiche nei giorni del viaggio apostolico del Papa nella Repubblica Centrafricana.
"Stiamo vivendo un tempo - dice Papa Francesco - in cui ovunque i fedeli di ogni religione e le persone di buona volontà sono chiamate a promuovere la comprensione e il rispetto reciproci, e a sostenersi gli uni con gli altri come membri della stessa famiglia umana. Per tutti noi sono figli di Dio". Un momento "speciale della mia visita", prosegue il Pontefice, "sarà rappresentato dagli incontri con i giovani, che sono la vostra principale risorsa e la nostra più promettente speranza per un futuro di solidarietà, pace e progresso".
Il Papa invia poi un videomessaggio alla popolazione della Repubblica Centrafricana a cui manifesta innanzitutto la sua gioia e il suo affetto per tutti, "indifferentemente dall'etnia o dal credo religioso". Il vostro caro Paese, rileva, "è attraversato da troppo tempo ormai da una situazione di violenza e insicurezza delle quali molti tra voi sono vittime innocenti". Lo scopo della mia visita, afferma, è dunque "innanzitutto quello di portarvi, in nome di Gesù, il conforto della consolazione e della speranza".
"Desidererei sostenere il dialogo interreligioso - ribadisce - per incoraggiare la pacifica convivenza nel vostro Paese: so che questo è possibile, perché siamo tutti fratelli". Il Papa riprende anche il motto della visita in Centrafrica, "Passiamo sull'altra sponda".
"Non ci risultano elementi nuovi di preoccupazione per cui il programma continua ad essere quello previsto. Il Papa spera vivamente di portare il suo messaggio di pace". E' quanto ha affermato il Direttore della Sala stampa vaticana, Padre Lombardi, commentando l'allarme lanciato dai servizi segreti francesi riguardo ai richi legati alla visita di Papa Francesco nella Repubblica Centrafricana.
Un viaggio che i servizi segreti francesi definiscono ad alto rischio, facendo in particolare riferimento alla visita nella Repubblica Centrafricana, un Paese "altamente insicuro sotto il profilo della sicurezza", con il rischio "non irrilevante" che possa verificarsi un attentato in occasione delle cerimonie in programma, in particolare quella del 29 novembre a Bangui che prevede l'apertura del Giubileo per l'Africa. Per questo i servizi transalpini hanno inviato diversi 'alert' alla Segreteria di Stato vaticana segnalando il pericolo concreto di azioni terroristiche nei giorni del viaggio apostolico del Papa nella Repubblica Centrafricana.
"Stiamo vivendo un tempo - dice Papa Francesco - in cui ovunque i fedeli di ogni religione e le persone di buona volontà sono chiamate a promuovere la comprensione e il rispetto reciproci, e a sostenersi gli uni con gli altri come membri della stessa famiglia umana. Per tutti noi sono figli di Dio". Un momento "speciale della mia visita", prosegue il Pontefice, "sarà rappresentato dagli incontri con i giovani, che sono la vostra principale risorsa e la nostra più promettente speranza per un futuro di solidarietà, pace e progresso".
Il Papa invia poi un videomessaggio alla popolazione della Repubblica Centrafricana a cui manifesta innanzitutto la sua gioia e il suo affetto per tutti, "indifferentemente dall'etnia o dal credo religioso". Il vostro caro Paese, rileva, "è attraversato da troppo tempo ormai da una situazione di violenza e insicurezza delle quali molti tra voi sono vittime innocenti". Lo scopo della mia visita, afferma, è dunque "innanzitutto quello di portarvi, in nome di Gesù, il conforto della consolazione e della speranza".
"Desidererei sostenere il dialogo interreligioso - ribadisce - per incoraggiare la pacifica convivenza nel vostro Paese: so che questo è possibile, perché siamo tutti fratelli". Il Papa riprende anche il motto della visita in Centrafrica, "Passiamo sull'altra sponda".
"Non ci risultano elementi nuovi di preoccupazione per cui il programma continua ad essere quello previsto. Il Papa spera vivamente di portare il suo messaggio di pace". E' quanto ha affermato il Direttore della Sala stampa vaticana, Padre Lombardi, commentando l'allarme lanciato dai servizi segreti francesi riguardo ai richi legati alla visita di Papa Francesco nella Repubblica Centrafricana.