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POLITICA

Amministrative 2015

Elezioni regionali, battute finali prima del voto. Inizia il silenzio elettorale

Si è conclusa la campagna elettorale in vista delle elezioni: sette regioni al voto, oltre 21 milioni di elettori alle urne. Ieri i leader in piazza

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"Non si gioca sulla pelle del segretario del Pd. Se questo segretario non vi piace, lo cambieranno gli iscritti al Pd. Non basta perdere una regione per cambiare segretario". ll premier e leader del Pd Matteo Renzi chiarisce la "portata" del voto di domenica. Il valore politico delle elezioni regionali è stato al centro del suo intervento a Firenze per la chiusura della campagna elettorale del candidato governatore e presidente uscente Enrico Rossi. "Qualcuno immaginava la scorsa estate di poter fare della Toscana una terra di scontro tra di noi, con mesi di discussione su candidato e linea politica; invece, tutto il Pd si riconosce nella candidatura di Enrico Rossi. Noi - aggiunge Renzi - in Toscana abbiamo dimostrato come si fa". 

Grillo e il voto-bazooka
"Gli impresentabili ci sono sempre stati in questo paese. Da 30 anni. Nel 2005 in Parlamento ce ne erano 25 passati in giudicato ma non siamo mai riusciti a fare pubblicare i nomi sui giornali. Non è cambiato nulla". Il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo interviene così sulla lista dei candidati alle regionali, i cosiddetti "impresentabili", stilata dalla commissione Antimafia. Nel comizio conclusivo della campagna elettorale a Genova, Grillo attacca Renzi. "A me fa impazzire il 'ritardato morale' che vende illusioni e tranquillità. Va in tv e quando due bisticciano, lui gode, poi sta zitto e tranquillizza. Lui dice: 'noi siamo per il fare non per distruggere, noi facciamo e gli altri distruggono'. La sua pochezza viene presa per profondità".

Berlusconi: con 4 a 3 Renzi a casa
Nel rush finale della campagna elettorale Silvio Berlusconi ne approfitta per insistere sulla rimonta del centrodestra e sulle "conseguenze politiche" che arriverebbero dall'affermazione degli azzurri in almeno tre regioni. Un avviso di sfratto che l'ex premier invia a Matteo Renzi: "Con in risultato pari 4 a 3, il premier farà la fine di D'Alema", è la convinzione dell'ex capo del governo che ricorda quando nel 2mila l'allora presidente del Consiglio lasciò palazzo Chigi dopo la sconfitta alle amministrative. 

"Sono sicuro che Matteo Salvini farà parte della grande casa dei moderati guidati da una leader che non potrà chiamarsi Silvio Berlusconi, che resterà in campo magari come capo nobile". Il leader di Forza Italia apre alla Lega Nord, ma assicura che non sarà lui a guidare i moderati. Sull'unità del centrodestra l'ex cavaliere si dice ottimista: "C'è la possibilità realistica di unire i moderati, partendo da Forza Italia che può essere il coagulo di questa operazione".  

Salvini: è referendum tra Veneto e Stato
"Gridate Zaia, Zaia, e fatelo arrivare alle orecchie di chi sta in comune". L'ultimo comizio della campagna elettorale del leader della Lega Nord Matteo Salvini si tiene a Verona. La città del sindaco Flavio Tosi che ha lasciato il Carroccio e corre in proprio. E le sue parole dal palco della città scaligera sono rivolte proprio all'ex compagno di partito. "Non faccio polemiche - ha però aggiunto Salvini - non porto rancore. Non dimentico ciò che a Verona grazie alla Lega si è fatto di buono. Grazie a chi ha governato la città, Verona si è salvata ed è cambiata da così a così. Mi mette tristezza invece chi - ha sottolineato ancora - per cinque anni ha detto che Zaia era un grande governatore e adesso ha scelto Alfano". "Se andrà male, raddoppieremo i voti". A poche ore dal voto, Matteo Salvini annuncia: "Dopo domenica cambierà tutto". Per lui, dunque, più che le elezioni regionali si svolgerà, piuttosto, un referendum: tra Veneto e Stato. 
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