Coronavirus
Studio Ue: insonnia, debolezza e ansia i più frequenti
Coronavirus: l'epidemia ha causato disturbi psichici per il 65% degli italiani
Il presidente Mattarella: "Le vicende della pandemia hanno acuito la sofferenza delle persone affette da patologia psichica, spesso costrette a vivere lontano dalle proprie famiglie per ragioni terapeutiche, e che si sono trovate in alcuni casi ad affrontare in solitudine gli effetti della chiusura"
Tra i sintomi citati insonnia, difficoltà a dormire o risvegli notturni (19%), mancanza di energia o debolezza (16%), tristezza o voglia di piangere (15%), paure e timori eccessivi (14%), mancanza di interesse o piacere nel fare le cose (14%), panico e attacchi di ansia (10%). Il 61% ha avuto almeno due di questi sintomi.
In Italia il dato è leggermente superiore con il 67% e il 50% del campione ne ha sofferto per la prima volta (media europea 46%), mentre il 33% ha avuto un peggioramento di sintomi già preesistenti (media europea 39%). Disturbi affrontati condividendoli con partner, familiari e amici (54% media europea, 51% in Italia), mentre solo una minoranza è ricorsa ad un professionista, quale medico di medicina generale (18%), psicologo (11%), psichiatra (9% media europea, Italia 6%). Solo 1 su 4 ha cercato informazioni sul tema della salute mentale collegata al Covid-19 (26%), con l'eccezione di Italia (35%) e Spagna (38%) dove le percentuali sono state più alte. Le persone hanno cercato informazioni soprattutto su internet (65%), tv (18%) e dal medico di medicina generale (18%).
"Il lockdown ha inciso notevolmente sulla salute mentale delle persone, soprattutto in alcuni paesi come l'Italia", commenta Agnese Cattaneo, Global Chief Medical Officer di Angelini Pharma. Le persone hanno sviluppato, forse anche in conseguenza della pandemia, un'alta consapevolezza del rischio dei disturbi mentali: il 76% ammette che tutti inclusi se stessi potrebbero avere questo tipo di malessere. Da qui la richiesta di maggiore supporto dallo Stato (76%), visto che i disturbi mentali sono fonte di discriminazione ed emarginazione secondo il 64%.
Mattarella: "La pandemia aumenta la sofferenza"
"La Giornata mondiale della salute mentale costituisce l'occasione per riflettere sui bisogni delle persone più fragili e sulla vulnerabilità psichica connessa alle condizioni di isolamento sociale e di emarginazione". Lo scrive, in una nota, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
"Quest'anno - aggiunge - le vicende della pandemia hanno acuito la sofferenza delle persone affette da patologia psichica, spesso costrette a vivere lontano dalle proprie famiglie per ragioni terapeutiche, e che si sono trovate in alcuni casi ad affrontare in solitudine gli effetti della chiusura. A ciò si aggiunga che la pandemia ha prodotto, tra le sue tragiche conseguenze, un incremento delle condizioni di disagio psichico, acutizzando situazioni di emergenza psicologica e sociale".
"Con le difficoltà incontrate dai servizi sanitari, i Paesi stanno trovando modi innovativi per fornire assistenza e sono nate iniziative per rafforzare il sostegno psicosociale. Un ruolo fondamentale per il supporto alle persone con malattia psichica continua ad essere svolto dalle famiglie, di frequente gravate di una gestione difficile dal punto di vista economico e relazionale. Diventa quindi importante il ruolo delle Istituzioni, affinché nessuno venga lasciato solo e sia permesso a tutti di accedere all'assistenza più adeguata su tutto il territorio nazionale. Un'attenzione particolare deve essere destinata alla scuola e agli altri spazi educativi e relazionali, che vanno incoraggiati e sostenuti per creare reti e forme di integrazione tra le persone".
La salute mentale - aggiunge il presidente Mattarella - è un diritto che deve essere garantito a tutti, tutelando e sostenendo coloro che non possono autorappresentarsi. L'Italia da tempo si colloca in una posizione di avanguardia nell'approccio al tema e costituisce un punto di riferimento nel contesto internazionale. Per questo è importante continuare a sostenere gli investimenti in programmi di salute mentale".
"Venire meno a questo impegno costituirebbe un arretramento culturale e civile che, proprio in questo momento, il nostro Paese non si può permettere. L'impegno delle Istituzioni e della società civile deve essere quello di tutelare la dignità di ogni individuo, sostenendolo anche e soprattutto nelle condizioni di fragilita'. Dobbiamo stare al fianco di chi lotta contro la sofferenza psichica, affinché sia garantita a tutti una vita all'insegna dell'inclusione e del superamento di pregiudizi e discriminazioni".