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MONDO

Il futuro dell'Unione

L'​Europa in bilico tra due velocità e disgregazione

Saranno le elezioni in Francia a decidere il destino dell'Ue

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Se vince Marine, l'Europa è finita. Se perde, l'Europa a due velocità - con un gruppo di Paesi che puntano a legami ancora più stretti - si avvicina.

Gli osservatori, a Bruxelles come nelle principali capitali europee, hanno pochi dubbi: saranno soprattutto le elezioni in Francia a decidere il destino dell'Ue, già ferita dalla Brexit e dal dilagare dell'euroscetticismo, anche in Italia.

Solo la Germania sembra offrire una quasi certezza: salvo clamorosi colpi di scena, il futuro cancelliere frutto delle politiche di fine settembre non sarà un euroscettico. Verrà riconfermata Angela Merkel o a sostituirla sarà l'ex presidente dell'Europarlamento Martin Schulz. Un'eventuale vittoria della populista di Alternative fuer Deutschland (AfD) Frauke Petry, molto indietro nei sondaggi, sembra al momento pura fantascienza.

Un premier anti-Ue è invece un'ipotesi meno fantascientifica in Olanda, dove si apre il balletto elettorale europeo il 15 marzo. Una vittoria dell'euroscettico di estrema destra Geert Wilders del Partij voor de Vrijheid (Partito per la Libertà, Pvv) non è da escludere, e c'è chi teme un pericoloso effetto domino.

Ma gli occhi sono soprattutto puntati verso la Francia, dove le presidenziali sono in calendario il 23 aprile e il 7 maggio. Nel suo comizio odierno a Lione, Marine Le Pen, la candidata del Front National, ha avuto parole chiarissime: se vinco  - ha detto - ci sarà un referendum sull'Ue entro sei mesi. Un'eventuale Frexit sancirebbe verosimilmente la morte dell'Ue, che perderebbe uno dei suoi cuori pulsanti. E non avrebbe più senso, neppure dal punto di vista geografico.

All'incertezza francese si aggiunge quella italiana: non si sa quando si voterà, e gli eurocritici - M5S e Lega - rappresentano una fetta consistente dell'elettorato.

L'idea di un'Europa a più velocità, con cooperazioni rafforzate tra i paesi che lo auspicano, non è nuova: a lanciarla fu negli anni Novanta Jacques Delors, ministro dell'Economia e delle Finanze di François Mitterrand e storico presidente della Commissione europea tra il 1985 e il 1995.

In queste ore è stata la Germania di Merkel, insieme con il Benelux e poi Francia ed Italia, a rilanciare la doppia velocità, già in vigore in settori come la moneta unica e la libera circolazione delle persone. Cioè i sei paesi fondatori della Cee, pronti a creare più Europa in settori come la difesa (ora che la Nato un po' vacilla con Donald Trump), per salvarla.

In Francia Emmanuel Macron, il candidato indipendente tra i favoriti, è pronto ad una maggiore integrazione europea, mentre François Fillon dei Républicains auspica comunque una governance economica europea, come suggeriva Delors.
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