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ECONOMIA

Da aree a ''Rischio totale'' a quelle in cui ''Stanno tutti bene''

Fisco, l'Italia l'Italia divisa in otto regioni: una per ogni "grado" di evasione

Passando per ''Niente da dichiarare?''. La ''nuova'' cartina accomuna gruppi di province per indicatori di fisco, criminalità ed economia 

Mappa agenzia delle entrate (ansa)
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Roma L'Italia per il Fisco può essere divisa in otto aree: da quell a ''Rischio totale'' a quelle in cui ''Stanno tutti bene'' passando per ''Niente da dichiarare?''. A stilare la ''nuova'' mappa, che accumuna gruppi di province per indicatori di fisco,criminalità ed economia è l'Agenzia delle Entrate. E' quanto emerge dall’indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco’ presentata il 2 aprile al Senato.

Lo studio nasce da una seria e rigida analisi statistica che ha utilizzato 245 variabili raccolte da fonti ufficiali. Sulla base di tutte queste informazioni, l'agenzia ha suddiviso le province italiane in otto gruppi cui ha attribuito titoli che assomigliano a citazioni cinematografiche: "Niente da dichiarare?", "Stanno tutti bene" "Gli equilibristi" "Rischiose abitudini" "Rischio totale" "Non siamo angeli" "L'industriale" e "Metropolis". Nessuna scorciatoia statistica per criminalizzare aree, ma la volontà di comprensione di realtà complesse che richiedono una diversa risposta dell'amministrazione fiscale, anche in termini di servizi resi sotto forma di assistenza e comprensione dei problemi.

90 miliardi di euro di tax gap
l tax gap, cioè la differenza tra ciò che i contribuenti dovrebbero versare spontaneamente in ottemperanza alla legislazione vigente e ciò che viene realmente versato all’Erario ammonta a 90 miliardi di euro. Il calcolo sulla perdita di gettito, precisa Befera, comprende Ires, Irpef, Irap, Iva e addizionali mentre esclude i contributi e i tributi comunali locali.

Oltre 11 milioni di persone vivono in zone ad alta pericolosità
L'indagine non conta i residenti, ma basta sovrapporre una mappa ai dati dell'Istat per scoprire che ci sono 11,2 milioni di residenti che abitano nelle province ''Rischio Totale'', dove l'alta pericolosità fiscale e sociale si sposa con un bassissimo tenore di vita. Subito dopo ci sono 9,4 milioni di cittadini di altri due gruppi: i ''Metropolis'', con i 7,1 milioni di residenti delle province di Roma e Milano e i ''Niente da dichiarare'''. Tutti e due hanno un rischio di evasione medio alto, ma sono profondamente divisi dal tenore di vita e dalla pericolosità sociale, più alta nelle due grandi città. Sono queste le aree che pesano di più nei 90 miliardi di ''tax gap'' calcolati dall'Agenzia in un altro studio consegnato in Parlamento questa settimana e che misura il divario tra quello che il fisco dovrebbe incassare e quello che raccoglie concretamente: colpa non solo dell'evasione ma anche di errori e di impossibilità a pagare il dovuto per mancanza di liquidità.
Ma c'è anche l'altra faccia della medaglia. Ci sono 23,3 milioni di cittadini che abitano in province che il fisco considera tranquille: sono il gruppo ''Industriale'' e ''Stanno tutti bene'', nelle quali la pericolosità fiscale è bassissima così come il rischio sociale: in ordine alfabetico spaziano da Aosta a Udine ma riguardano province del centro nord spesso lontane dai grandi centri. Sette diversi filoni di indagine Lo studio dell'Agenzia delle Entrate entra dentro le diverse realtà, indagando sette diversi filoni - 1) Dimensioni e popolosità del bacino, 2) pericolosità fiscale, 3) pericolosità sociale, 4) tenore di vita, 5) struttura produttiva, 6) l'accesso a servizi tecnologici, 7) presenza di infrastrutture.
L'analisi potrà essere utile per calcolare meglio le misure di lotta all'evasione ma anche nel misurare l'efficienza delle ''direzioni provinciali dell'Agenzia. E ''una Direzione provinciale - dice lo studio - può essere leader nella propria regione ma risultare poco efficiente nell'ambito del gruppo di appartenenza''.

Riscossi 13 miliardi di euro al 2001 al 2013
el periodo dal 2001 al 2013, l’attività di controllo ha fatto registrare una notevole accelerazione – si legge nello studio dell’Agenzia - raggiungendo, nel 2013, circa 13,1 miliardi di euro.
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