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TECH

Londra

Frances Haugen, la 'talpa' di Facebook, davanti al Parlamento britannico

L'ex product manager: algoritmi spingono ai margini gli utenti generalisti. Intanto un consorzio di 17 testate pubblica i documenti consegnati al Congresso

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L'ex data scientist di Facebook, diventata informatrice, Frances Haugen, è a Londra per rispondere alle domande dei legislatori del Regno Unito che stanno lavorando alle norme sui social media. Haugen ha parlato davanti a una commissione parlamentare che sta esaminando la bozza di legge del governo britannico per reprimere i contenuti online dannosi e i suoi commenti potrebbero aiutare i legislatori a rafforzare le nuove regole, nella sua seconda apparizione pubblica, dopo aver testimoniato al Senato degli Stati Uniti all'inizio di ottobre sul pericolo che, secondo lei, rappresenta la società nel non evitare danni ai bambini, incitare alla violenza politica e alimentare la disinformazione.


"Algoritmi che fomentano l'odio"
Haugen ha spiegato ai legislatori del Regno Unito in che modo i gruppi di Facebook amplificano l'odio online: gli algoritmi, in sintesi, danno la priorità all'engagement e spingono ai margini le persone con interessi generali e ha aggiunto che Menlo Park potrebbe aggiungere moderatori per prevenire che i gruppi possano essere utilizzati per diffondere opinioni estremiste.

"Senza dubbio, sta peggiorando l'odio", ha detto Haugen, aggiungendo di essere "scioccata nell'apprendere di recente che Facebook ha manifestato l'intenzione di raddoppiare il metaverso e che assumeranno 10.000 ingegneri in Europa per lavorarvi", riferendosi ai piani della società per un mondo online immersivo, 'il prossimo grande Internet'. 

Per Haugen, "il social network vede la sicurezza come una fonte di costo, celebra la cultura delle startup di 'accorciare i percorsi'" e "senza dubbio" peggiora il clima di odio. "Gli eventi che stiamo vedendo in tutto il mondo, come in Myanmar e in Etiopia sono i capitoli iniziali perché la classifica basata sull'engagement' fa due cose: dà priorità e amplifica i contenuti estremi che dividono e polarizzano e li concentra". Facebook al momento non ha  commentato l'audizione di Haugen alla commissione parlamentare britannica.

L'ex dipendente ha anche in programma un incontro a novembre con i funzionari dell'Unione europea a Bruxelles, dove la Commissione è al lavoro per aggiornare il regolamento sui servizi digitali per tutelare gli utenti e vuole che le società online siano responsabilizzate per contenuti illegali o pericolosi.

Pubblicati i Facebook papers
Frances Haugen ha consegnato al Congresso americano documenti di ricerca interna che aveva copiato di nascosto prima di lasciare il suo lavoro in Facebook. Documenti che arrivano intanto sui media americani: sono i cosiddetti 'Facebook papers' che l'ex product manager del social media ha consegnato alla Sec (l'autorità che vigila sulla Borsa) e al Congresso per denunciare una politica che, secondo la whistleblower, "mette a repentaglio i bambini, aumenta le divisioni ed indebolisce la democrazia".

Un consorzio di 17 testate giornalistiche americane ha ricevuto la copie di questi documenti interni, già in parte rivelati nelle scorse settimane dal Wall Street Journal. Ora questi documenti rivelano, spiega il Washington Post  - altra testata che partecipa al consorzio - come Menlo Park abbia in modo riservato e meticoloso 'tracciato' i conflitti nel mondo reale esacerbati sulla piattaforma, ignorato i consigli dei dipendenti sui rischi di alcune pratiche, esponendo comunità vulnerabili in tutto il mondo ad un cocktail di messaggi pericolosi. 

Un altro consorzio di testate europee ha avuto accesso agli stessi documenti e entrambi i gruppi hanno cominciato a pubblicare il materiale legato alle loro analisi in contemporanea, il 25 ottobre, fissati per consentire, sia ai membri del consorzio di avere modo di analizzarne il contenuto, sia per dare tempo allo staff di pubbliche relazioni di Facebook di rispondere a domande e richieste.

Facebook replica: premesse false 
"Al centro di queste notizie c'è una premessa falsa". Così un portavoce di Facebook ha replicato alla Cnn, altra delle testate americane che stanno pubblicando i 'Facebook papers'. "Certo siamo un business e facciamo profitti, ma l'idea che lo facciamo alle spese della sicurezza o benessere delle persone non comprende quali siano i nostri interessi commerciali", sottolinea il portavoce, ribadendo la difesa di Facebook fatta dopo la testimonianza di Haugen al Congresso americano.

In un tweet della scorsa settimana, il vice presidente per la Comunicazione, John Pinette, aveva definito i 'Facebook papers' una "selezione organizzata di milioni di documenti" interni che "non possono in alcun modo essere usati per trarre giuste conclusioni su di noi".


 
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