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Coronavirus

'Rivalutare piano gestione pandemica anche alla luce di variante Gb'

Gimbe: "Sbiadiscono effetti misure, quasi 4mila morti in 7 giorni. Pochi vaccini, serve nuovo piano"

"Al di là del potenziamento delle misure restrittive per il periodo di Natale - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione  - due fattori influenzeranno nei prossimi mesi l'evoluzione della pandemia nel  nostro Paese: l'avvio della campagna vaccinale e la diffusione della variante Gb recentemente isolata"

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Sbiadiscono effetti misure restrittive anti-Covid. Il monitoraggio della Fondazione Gimbe nella settimana 16-22 dicembre rileva un leggero rallentamento nella crescita dei nuovi  casi. Si riduce la pressione sugli ospedali, ma l'area medica e le terapie intensive rimangono sopra soglia di saturazione rispettivamente in 9 e 8 regioni. In lieve riduzione  il numero dei decessi, che sfiorano comunque i 4.000 in una settimana.

In dettaglio, il monitoraggio segnala rispetto alla una lieve flessione dei nuovi casi (106.794 vs 113.182), a fronte di una sostanziale stabilità dei casi testati (465.534 vs 462.645) e  in linea con la riduzione del rapporto positivi/casi testati (22,9% vs 24,5%). Si riducono del 9,2% i casi attualmente positivi (605.955 vs 667.303) e, sul fronte degli ospedali,  diminuiscono ricoveri con sintomi (24.948 vs 27.342) e terapie intensive (2.687 vs 3.003); in calo anche i decessi (3.985 vs 4.617). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente,  si registrano le seguenti variazioni: decessi: 3.985 (-13,7%); terapia intensiva: -316 (-10,5%); ricoverati con sintomi: -2.394 (-8,8%); nuovi casi: 106.794 (-5,6%); casi  attualmente positivi: -61.348 (-9,2%); casi testati +2.889 (+0,6%); tamponi totali: 28.289 (+2,6%).

"Frenata del contagio è sempre meno evidente"
"I dati di questa settimana - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - confermano che la frenata del contagio è sempre meno evidente, come documentato  dalla stabilizzazione dei rapporti positivi/casi testati e positivi/tamponi totali, dalla modesta riduzione dell'incremento percentuale dei casi totali (57% vs 6,4%) e dalla  lieve flessione dei nuovi casi settimanali (-5,6%)". Se le situazioni regionali sono piuttosto eterogenee, è evidente che in generale le misure di contenimento introdotte con il  Dpcm del 3 novembre 2020 stanno esaurendo i loro effetti.

"L'incremento percentuale dei casi infatti - afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe - che la scorsa settimana era in flessione in tutto il  Paese, questa settimana ha invertito la tendenza in 6 Regioni". Per quanto riguarda i ricoveri, continua la lenta discesa delle curve , ma l'occupazione da parte di pazienti  Covid supera ancora la soglia del 40% nei reparti di area medica in 9 Regioni e quella del 30% nei reparti di terapia intensiva in 8 Regioni. La curva dei decessi sale in maniera  meno ripida, ma il numero è ancora molto elevato e sfiora i 4.000.

"Al di là del potenziamento delle misure restrittive per il periodo di Natale - continua Cartabellotta - due fattori influenzeranno nei prossimi mesi l'evoluzione della pandemia nel  nostro Paese: l'avvio della campagna vaccinale e la diffusione della variante Gb recentemente isolata". Considerato "che le risposte a questi interrogativi non arriveranno tutte in  tempi brevi - conclude Cartabellotta - occorre rivalutare complessivamente il piano di gestione pandemica, rafforzando ulteriormente le misure di contenimento dell'epidemia,  incluso il tracciamento dei casi positivi alla nuova variante". Infatti, "l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Ecd raccomandano di potenziare gli sforzi per controllare e prevenire  la diffusione del virus sia con l'intensificazione delle attività di testing & tracing e di sequenziamento virale, sia continuando a sensibilizzare la popolazione sull'importanza  delle misure di distanziamento sociale e sull'uso delle mascherine. Anche perché, come ribadito ieri dall'Aifa, la vaccinazione individuale non potrà conferire alcuna ''patente di  libertà''.

Analizzando lo status di approvazione dei vaccini, "le dosi certe sono solo poco più di 10 milioni entro marzo 2021 e 22,8 milioni entro giugno 2021: quelle del vaccino Pfizer-BioNTech, approvato dall'Ema il 21 dicembre, e quelle di Moderna che dovrebbe avere il via libera il prossimo 6 gennaio. I vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson sono in fase di rolling review (revisione ciclica), ovvero EMA valuta i dati man mano che vengono resi disponibili, ma nessuna delle due aziende ha ancora effettuato la submission dei dati completi per l'approvazione condizionata.CureVac ha annunciato il 14 dicembre l'arruolamento del primo paziente nello studio di fase 3. Sanofi-GSK ha già comunicato lo slittamento della consegna delle dosi al 2022.

"Pochi vaccini, indispensabile nuovo piano pandemia"
"Considerato che le risposte a questi interrogativi non arriveranno tutte in tempi brevi - conclude Cartabellotta - occorre rivalutare complessivamente il piano di gestione pandemica, rafforzando ulteriormente le misure di contenimento dell'epidemia, incluso il tracciamento dei casi positivi alla nuova variante". Infatti, la World Health Organization e l'Ecdc raccomandano di potenziare gli sforzi per controllare e prevenire la diffusione del virus sia con l'intensificazione delle attività di testing & tracing e di sequenziamento virale, sia continuando a sensibilizzare la popolazione sull'importanza delle misure di distanziamento sociale e sull'uso delle mascherine. Anche perchè, come ribadito ieri dall'Aifa, la vaccinazione individuale non potrà conferire alcuna 'patente di libertà". 
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