MONDO
Ginevra 2
Siria, l'Iran chiede elezioni libere
Prosegue la confenza di Montreaux, oggi gli incontri informali. Il presidente Hassan Rohani parla da Davos: "La soluzione migliore sono elezioni libere e regolari". Intanto Al Qaeda chiede ai gruppi islamici: "Smettete di lottare tra di voi e unitevi contro Assad". E una Ong denuncia: in tre settimane morte 1400 persone.
Montreaux
Un avvio difficile, come detto da più parti. Ma con un obiettivo già raggiunto: da venerdì opposizione e governo di Assad si siederanno allo stesso tavolo per parlare. E con questa meta proseguono oggi i lavori a Montreaux, per la conferenza Ginevra 2, con colloqui informali.
L'appello di Rouhani
Intanto da Davos parla il presidente iraniano, Hassan Rouhani: "La miglior soluzione" per risolvere la crisi in Siria è "organizzare elezioni libere e regolari" nel paese, a condizione che "tutti accettino" i risultati delle urne. L'Iran non partecipa ai lavori di Montreaux perché Ban Ki-Moon ha ritirato l'invito dopo le forti pressioni internazionali, soprattutto a partire da quelle degli Stati Uniti. Tuttavia l'Iran ha un ruolo cruciale nella zona, soprattutto per l'assistenza militare e finanziaria a Damasco. E il governo iraniano di certo non ha apprezzato la vicenda di Montreaux: "Non ci piace il modo in cui l'Iran è stato trattato - ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Mohamad Javad Zarif - non aiuta la credibilità delle Nazioni Unite o il ruolo del segretario generale"
Il ministro Bonino: "Avvio difficile"
Da Montreaux invece è intervenuto il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino. Commentando quanto accaduto ieri, Bonino ha detto che è andato "come previsto, con un avvio molto difficile, ma questo si sapeva. credo che nessuno avesse illusioni di soluzioni miracolose". Il ministro ha spiegato che nei contatti informali di oggi e alla ripresa dei negoziati delle due parti con l'inviato Lakhdar Brahimi, domani a mezzogiorno, verranno presi in esame una serie di passi iniziali, compreso un possibile scambio di prigionieri tra regime e ribelli.
In tre settimane 1400 morti
Mentre la diplomazia è al lavoro, l'Osservatorio siriano per i diritti umani denuncia: 1395 persone sono morte in tre settimane di combattimenti in Siria tra ribelli locali qaidisti. Si tratta soprattutto si miliziani di diversi schieramenti; tra le vittime ci sono anche 190 civili. Intanto, dalla Turchia l'agenzia di stampa turca Anadolu ha diffuso nuove foto che provano torture e altri "crimini di guerra", scrive l'Anadolu, che il regime siriano avrebbe commesso su prigionieri e oppositori.
L'appello di Rouhani
Intanto da Davos parla il presidente iraniano, Hassan Rouhani: "La miglior soluzione" per risolvere la crisi in Siria è "organizzare elezioni libere e regolari" nel paese, a condizione che "tutti accettino" i risultati delle urne. L'Iran non partecipa ai lavori di Montreaux perché Ban Ki-Moon ha ritirato l'invito dopo le forti pressioni internazionali, soprattutto a partire da quelle degli Stati Uniti. Tuttavia l'Iran ha un ruolo cruciale nella zona, soprattutto per l'assistenza militare e finanziaria a Damasco. E il governo iraniano di certo non ha apprezzato la vicenda di Montreaux: "Non ci piace il modo in cui l'Iran è stato trattato - ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Mohamad Javad Zarif - non aiuta la credibilità delle Nazioni Unite o il ruolo del segretario generale"
Il ministro Bonino: "Avvio difficile"
Da Montreaux invece è intervenuto il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino. Commentando quanto accaduto ieri, Bonino ha detto che è andato "come previsto, con un avvio molto difficile, ma questo si sapeva. credo che nessuno avesse illusioni di soluzioni miracolose". Il ministro ha spiegato che nei contatti informali di oggi e alla ripresa dei negoziati delle due parti con l'inviato Lakhdar Brahimi, domani a mezzogiorno, verranno presi in esame una serie di passi iniziali, compreso un possibile scambio di prigionieri tra regime e ribelli.
In tre settimane 1400 morti
Mentre la diplomazia è al lavoro, l'Osservatorio siriano per i diritti umani denuncia: 1395 persone sono morte in tre settimane di combattimenti in Siria tra ribelli locali qaidisti. Si tratta soprattutto si miliziani di diversi schieramenti; tra le vittime ci sono anche 190 civili. Intanto, dalla Turchia l'agenzia di stampa turca Anadolu ha diffuso nuove foto che provano torture e altri "crimini di guerra", scrive l'Anadolu, che il regime siriano avrebbe commesso su prigionieri e oppositori.