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ITALIA

Presiede il viceministro Alessandra Todde

Gkn. Al via tavolo per scongiurare licenziamenti, ma azienda insiste: "Stop sito irreversibile"

Sotto la Prefettura di Firenze, mentre è in corso il tavolo, è iniziato il presidio dei lavoratori della Gkn. Un sit-in per ora animato dal collettivo di fabbrica che dallo stabilimento di Campi Bisenzio si è spostato sotto palazzo Medici Riccardi

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È cominciato il tavolo GKN ( di cui è stata annunciata la chiusura e per la quale sono state avviate le procedure per il licenziamento di 422 dipendenti), presieduto dalla viceministra al Mise Alessandra Todde che da quanto si apprende ha definito "scorretto" il comportamento dell'azienda. Stanno partecipando Ministero del Lavoro, Regione Toscana, Comune di Firenze, Comune di Campi  Bisenzio, GKN Driveline Firenze S.p.A, Confindustria Firenze e sindacati. L'azienda è in videoconferenza, non in presenza.

Una rabbia ritmata da tamburi e percussioni, fischietti e cori. Sotto la Prefettura di Firenze, mentre è in corso il tavolo, è iniziato il presidio dei lavoratori della Gkn. Un sit-in per ora animato dal collettivo di fabbrica che dallo stabilimento di Campi Bisenzio si è spostato sotto palazzo Medici Riccardi. 

"Per quel che ne sappiamo l'incontro potrebbe essere breve e una farsa. Se scendiamo e diciamo che l'incontro è stato breve e una farsa voglio che sia chiaro che questo non è un problema nostro. Noi iniziamo a cantare e si parte in corteo. Non voglio vedere mezza smorfia di demoralizzazione, non glielo permettiamo. Nessuno ferma la rabbia operaia". È quanto grida al megafono Dario Salvetti, delegato Rsu della Gkn di Campi Bisenzio, prima dell'inizio del tavolo convocato dal Mise.

Azienda: "Decisione stop sito irreversibile"
"E' stata una decisione presa all'unanimità dal Cda. C'è una impossibilità a proseguire con l'attività di impresa e l'inevitabile conseguenza ci porta ad aprire la procedura di licenziamento collettivo. L'azione è irreversibile ed è stata presa nella legalità e supportata da motivi industriali". Così a quanto si apprende da fonti sindacali, Gkn Driveline Firenze S.p.A motiva al tavolo in prefettura le ragioni che hanno portato all'avvio della procedura di licenziamento.

Nardella: "Sospendere licenziamenti"
Sediamo al tavolo "con una posizione molto chiara che mi auguro sia quella di tutti noi: sospendere immediatamente la procedura dei licenziamenti e aprire un tavolo vero e concreto non solo con l'azienda ma anche con il fondo inglese finanziario proprietario". Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, facendo il punto con un video pubblicato sul suo profilo Twitter sulla vertenza dell'azienda Gkn."Accanto a questo apriamo subito una riflessione per avere una risposta immediata a livello nazionale perche' oltre alla Gkn abbiamo in questi giorni assistito ai licenziamenti della Whirpol e della Gianetti. L'Italia ha bisogno di un piano industriale sull'automotive", aggiunge Nardella.


Sindacati: "Decisione inaccettabile"
"Una decisione di questo tipo è inaccettabile fin dal suo metodo tracotante: non è pensabile che l'azienda possa unilateralmente decidere, senza alcun preavviso, una chiusura che mette a repentaglio il futuro dei lavoratori e l'intera tenuta sociale del nostro territorio. Abbiamo sempre cercato di proporre un modello di sviluppo che conciliasse produttività, sostenibilità e rispetto dei lavoratori e della comunità di cui essi fanno parte". E' quanto si legge in una nota congiunta firmata da Cgil, Cisl, Uil, Cna, Confesercenti, Confartigianato, Sindacato nazionale agenti assicurativi, Confcommercio, Federalberghi Prato e Firenze, commissione Lavoro Comune di Campi Bisenzio.

"Senza affrontare congiuntamente il problema - spiega - si lancia un segnale gravissimo non solo al nostro territorio, ma a un mondo del lavoro che dovrebbe essere coeso per una stagione di rilancio economico tanto attesa quanto necessaria. Se aspiriamo a un modello sostenibile per l'ambiente, la comunità e il territorio, questo è esattamente ciò che non deve essere fatto. E le forze sociali, produttive e culturali di Campi Bisenzio non possono accettarlo, perché mina la stessa idea di tessuto sociale a cui tutte le parti aspirano".

"È un intero territorio - si legge ancora - che si rivolta a questa scelta unilaterale: non soltanto per le conseguenze concrete nella vita di centinaia di famiglie, ma anche per il progetto di qualità e il percorso di sviluppo che da tempo sono stati intrapresi e che vengono minacciati. Tutte le forze del territorio devono opporsi a queste decisioni, tanto più vista l'extraterritorialità e la scarsa sensibilità che aziende simili hanno spesso mostrato per la realtà in cui sono immerse. A Campi Bisenzio c'è un progetto di sviluppo sostenibile a livello economico, ecologico e sociale che non può sopportare una simile situazione".
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