La manovra economica sul tavolo della maggioranza
Governo. Concluso vertice a Palazzo Chigi, De Petris: "C'è accordo sostanziale"
La manovra economica resta al centro del dibattito politico all'interno delle forze che sostengono il governo. Oggi a Palazzo Chigi se ne è discusso in un vertice di maggioranza.
Si è concluso il vertice di maggioranza convocato a Palazzo Chigi. All'uscita dai lavori ha commentato Loredana De Petris di Leu: "Vertice con clima positivo, c'è accordo sostanziale".
Presenti, oltre al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, la delegazione M5S composta da Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro e Laura Castelli; in quota Pd presenti Dario Franceschini e Antonio Misiani; la delegazione di Italia viva composta da Teresa Bellanova e Luigi Marattin e quella di Leu con Roberto Speranza e Loredana De Petris.
Zingaretti
"Non voglio andare al voto e farò di tutto per tenere in vita questo governo. Comunque se si dovesse votare domani il Pd è il primo partito, avrebbe più deputati e senatori alla Camera e al Senato, non sarebbe così per gli altri partiti, ma noi diciamo no, prima l'Italia".
Dopo la sconfitta in Umbria e le tensioni nella maggioranza, il segretario del Pd prova a rilanciare l'azione dell'esecutivo giallo-rosso. "La maggioranza deve cambiare passo, - dice - litigare meno e produrre di più. Serve al Paese, altrimenti non verremo mai riconosciuti come una alternativa credibile alle destre".
Le priorità sono le misure economiche: "Bisogna tagliare le tasse ai salari più bassi degli italiani. Siamo passati da luglio, quando si diceva tassiamo le cassette di sicurezza, a una stagione in cui diciamo: ridiamo agli italiani di ceto medio mille euro in più". E sul tema delle alleanze per le prossime regionali: "Ogni regione sceglierà per conto proprio le alleanze migliori. Il tema non è quale sia il destino del Pd o del M5s, ma il destino del Paese: si dovrà trovare l'alleanza giusta per ottenere i risultati".
Zingaretti prova anche a difendere il Partito democratico: "Sono contento del Pd: malgrado tutto si conferma la forza più grande della coalizione e anche in Umbria come il pilastro e il baluardo per contendere e contrastare le destre. Ogni azione contro il Pd è un favore a Matteo Salvini ed alle destre che si stanno riorganizzando".
Poi il governatore del Lazio su Renzi: "L'alleranza con il M5s ad agosto non era all'ordine del giorno e se qualcuno aveva dubbi questi era il sottoscritto. I miei rapporti con Renzi sono sempre stati di reciproca stima. No ho avuto altri contatti con lui. Poi, dentro un dibattito difficile, l'alleanza l'abbiamo decisa all'unanimità con dentro Renzi che è stato il principale sponsor dell'alleanza con il M5s". Il segretario del Pd ha anche il tempo per fare una riflessione sul premier: "Conte non era il candidato presidente del Pd e non ha un asse privilegiato con il Pd, io ho un solo asse privilegiato, quello con i cittadini. Ora Conte sta svolgendo il suo lavoro bene, preoccupiamoci più degli italiani e meno dei nostri destini personali, questo verrà premiato dalle persone".
Di Maio
"Se vogliamo considerare ogni Regione un test, gli italiani dovranno sentire ogni giorno una campagna elettorale e le scaramucce politiche. Più che sapere quale Regione determinerà gli effetti del governo, agli italiani interessa quanto abbasseremo le tasse in manovra, quanti fondi ci saranno per le famiglie. Noi ci mettiamo al servizio di una nazione".
Mulè (FI)
Non si sono fatte attendere le reazioni alle parole di Zingaretti. "I cittadini hanno espresso un giudizio severo sulle ricette messe in campo da questo governo. Ricette che sono sbagliate se la crescita è ferma allo zero virgola, se il reddito di cittadinanza non è riuscito nel suo fine che era quello di creare lavoro oltre che dare un sostentamento alle famiglie povere, se i dati sull'occupazione evidenziano il fallimento denunciato anche dalle imprese, se dal 2018 ben 33 milioni di italiani, dal Trentino alla Sicilia, hanno scelto di essere governati dal centrodestra. In sostanza le chiacchiere del governo non trovano riscontri nel Paese reale e la manovra è solo l'ultimo frutto di questo albero avvelenato". Lo ha detto Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce unico di Camera e Senato.
Gelmini (FI)
"Dopo la tranvata rimediata in Umbria i partiti che sostengono il Conte Bis sono palesemente sull'orlo di una crisi di nervi. Il Partito democratico, che con Zingaretti aveva accarezzato l'idea di una 'alleanza strutturale' con i grillini, perde un'altra regione e continua a prendere sberle da Di Maio e Renzi. Il Movimento 5 Stelle precipita e il suo capo politico - in aperto contrasto con Conte, Grillo e Fico - dichiara finita l'esperienza degli accordi locali con i dem. Sullo sfondo Italia Viva che, alla ricerca di un centro di gravità permanente, intanto si accontenta di gongolare per gli insuccessi altrui". Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. "Cosa accadrà nelle prossime ore? Il percorso appare segnato: una maggioranza in implosione riaprirà il già pericolante cantiere della manovra, con ogni partito che punterà a imporre le proprie istante con ultimatum e sempre crescenti tensioni; il decreto fiscale, arrivato negli scorsi giorni a Montecitorio, sarà preso d'assalto da Pd-M5S-Iv-Leu, che punteranno a riscriverlo a suon di emendamenti non concordati e reciproche ripicche. Uno scenario da incubo. Gli irresponsabili al governo rischiano di far sprofondare il Paese nel caos. Vadano a casa il prima possibile. L'alternativa di centrodestra è pronta a guidare l'Italia".
Macina (M5s)
"Concluso il vertice di maggioranza sulle riforme istituzionali in un clima di confronto sereno e collaborativo. Al Senato interverremo con un emendamento di maggioranza sul Ddl relativo alla parificazione dell'elettorato attivo e passivo di entrambe le Camere, mentre a Montecitorio l'intenzione è di lavorare su una proposta di legge a firma della maggioranza, che sarà depositata e incardinata in tempi brevissimi, sul numero dei delegati necessario per eleggere il Presidente della Repubblica e su modifica della base di elezione per il Senato". Così in una nota Anna Macina, capogruppo M5s in commissione Affari costituzionali alla Camera. "La maggioranza - fa rilevare Macina - è compatta e c'è condivisione di obiettivi. Solo così si può lavorare bene e portare a casa i risultati. L'intenzione è di realizzare tutti gli impegni presi nel programma di Governo. Domani alle 12 proseguirà il tavolo di maggioranza".
Ferrazzi (Pd)
"E' grave aver pensato che il voto in Umbria fosse un test nazionale sulla possibile alleanza strategica tra Pd e 5Stelle. Di conseguenza è insensato collegare la tenuta del governo nazionale al risultato umbro, (non solo perché rappresenta il 2% della popolazione, ma anche perché risponde a logiche del tutto diverse". Lo scrive in un post su Facebook il senatore del Pd Andrea Ferrazzi. "Non esiste alcun automatismo tra alleanze delle forze politiche e somma dei voti - prosegue - Le alleanze vanno infatti costruite per tempo e devono rispondere a logica e coerenza e chi racconta l’Umbria come 'terra rossa' racconta una balla: il centro destra governa da anni Perugia, Terni, Orvieto, Foligno.., cioé i 2/3 della popolazione totale".