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ITALIA

Fiom: uno schiaffo a Genova e uno ai lavoratori

Ilva, lavoratori occupano lo stabilimento. Corteo della Fiom a Genova

I lavoratori chiedono l'impegno del governo per una convocazione ufficiale alla presenza dei ministri per evitare quello che è stato definito dal sindacato "un imbroglio, una trappola governativa per prendere tempo e non confermare l'Accordo di programma"

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Fabbrica occupata e corteo per le strade della delegazione di Cornigliano. E' quanto ha deciso l'assemblea dei lavoratori dell'Ilva convocata da Fiom. I lavoratori chiedono l'impegno del governo per una convocazione ufficiale alla presenza dei ministri per evitare quello che è stato definito dalla Fiom "un imbroglio, una trappola governativa per prendere tempo e non confermare l'Accordo di programma". 

Dietro lo striscione “Pacta servanda sunt” i lavoratori, alle 9,30, hanno lasciato la rotonda sotto la Strada a mare diretti a ponente bloccando proprio via Guido Rossa. Poco dopo, centinaia di persone e i mezzi meccanici hanno percorso la Strada a mare diretti a ponente tra i cori e striscioni per la prima volta sulla nuova infrastruttura inaugurata nel febbraio dello scorso anno.

"La fabbrica è in assemblea permanente - spiega Bruno Manganaro, segretario generale della Fiom Cgil Genova - Il governo vuole vendere Ilva, compreso lo stabilimento di Genova che ha siglato un accordo di programma e non si vuole garantire quell'accordo". "Si tratta di uno schiaffo a Genova, dove tutte le istituzioni avevano contribuito a raggiungere quell'accordo, e di uno schiaffo ai lavoratori - conclude - Vogliono mettere in discussione i nostri posti
di lavoro e noi li difenderemo".


Cosa prevedeva l'accordo del 2005
L'accordo di programma per l'Ilva di Cornigliano, siglato nel 2005 in Regione Liguria, prevedeva che a fronte della chiusura dell'attività a caldo dello stabilimento venisse attuato un percorso di continuità occupazionale e del reddito. L'accordo, siglato da 5 ministeri oltre che da enti locali e Autorita' portuale, era stato sottoscritto in un momento positivo per l'azienda con la finalità di una tutela ambientale per il territorio ed è stato lo strumento che ha permesso, in questi anni, di mantenere i livelli occupazionali per 1.650 lavoratoti dello stabilimento genovese.

A oggi sono circa 750 i lavoratori interessati dai contratti di solidarietà ma l'azienda, dopo che è stato bloccato un primo emendamento alla legge di stabilità che avrebbe dovuto stanziare i fondi per integrare il reddito dei lavoratori al 70%, circa 10 milioni in due anni, ha fatto sapere che non potrà mantenere questo impegno.

Attualmente all'esame del governo c'è un secondo emendamento, presentato dal parlamentare Pd Lorenzo Basso, che prevede un milione e 700 mila euro fino a settembre di quest'anno per integrare il reddito dei lavoratori con contratto di solidarieta' dal 60% al 70%, contro i due anni inizialmente previsti ma non prevede alcun finanziamento per i lavori socialmente utili ne' definisce alcun investimento nella banda stagnata che garantirebbe il futuro dello stabilimento di Cornigliano.
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