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ECONOMIA

L'industria del bianco

Indesit: nessun licenziamento per 5 anni

Investimenti per 83 milioni di euro in tre anni, riorganizzazione produttiva tra Italia, Polonia e Turchia e ammortizzatori sociali. Sì di Fim, Uilm e Ugl, non firma la Fiom. Ora la parola ai lavoratori 

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Roma Sei mesi di lunghe ed estenuanti trattative, poi è arrivato l’accordo per la Indesit, l’azienda di elettrodomestici di Fabriano. Il piano di riassetto della produzione concordato dovrebbe “scongiurare definitivamente ogni ipotesi di licenziamenti attraverso un adeguato utilizzo degli ammortizzatori sociali» nei cinque anni 2014-2018. Salvi dunque i 1400 lavoratori a rischio. Firmano Fim, Uilm e Ugl mentre si tira indietro la Fiom. Ora si attende l’esito dei referendum negli stabilimenti.

Il piano. L’intesa raggiunta al tavolo con il Ministero per lo Sviluppo Economico, la controparte aziendale, l’associazione datoriale e le regioni Campania e Marche, prevede 83 milioni di investimento e la ridefinizione delle missioni produttive per ogni sito del gruppo. L’azienda si impegna inoltre a non procedere ai licenziamenti per i prossimi cinque anni. La gestione della crisi di mercato verrà affrontata attraverso l'uso dei contratti di solidarietà e nessun lavoratore rimarrà in cassa integrazione a zero ore, per più di 4 mesi nei cinque anni di durata del piano.

I siti produttivi. Salvi tutti e tre i poli industriali italiani, Fabriano, Comunanza e Caserta. Fabriano sarà il centro esclusivo per la produzione ad alto contenuto d'innovazione di forni da incasso (producendo anche quelli oggi realizzati in Polonia), di forni di piccole dimensioni (oggi realizzati in Spagna) e di prodotti speciali per la cottura. Comunanza sarà il centro per l'innovazione e la produzione di lavabiancheria di alta gamma a carica frontale; Caserta il centro esclusivo per la produzione di frigoriferi da incasso ad alto contenuto d'innovazione (producendo anche quelli oggi realizzati in Turchia) e dei piani cottura a gas da incasso (oggi prodotti a Fabriano e originariamente destinati in parte alla produzione in Polonia). Saranno invece riallocate nei Paesi a miglior costo le produzioni italiane di bassa gamma non più sostenibili.

I sindacati. Soddisfatti Fim, Uilm e Ugl. Critica invece la Fiom Cgil che in una nota precisa: “L’accordo firmato prevede la delocalizzazione delle produzioni delle lavatrici dallo stabilimento di Caserta e il trasferimento delle produzioni dei piani cottura oggi realizzate nello stabilimento di Melano a Caserta. Un fatto gravissimo, che pregiudica il futuro dei lavoratori e getta un'ombra sul ruolo svolto dalle istituzioni in una vertenza difficile come questa".

Il Mise. “Il Governo giudica molto positivamente questo accordo perchè, grazie al confronto, l'azienda ha profondamente modificato il suo piano industriale originario ed ora risulta scongiurato completamente il rischio di oltre 1400 esuberi, il che rappresenta un risultato decisivo per i lavoratori e le loro famiglie". E’ il commento del Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti sulla vertenza. Accordo raggiunto dopo la rottura della trattativa che si era consumata il 19 novembre scorso.

 
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