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MONDO

Ma l'accordo è ancora lontano

Dossier nucleare Iran, nuovi colloqui a Vienna il 17 dicembre

Comincia un maratona di incontri per tentare una soluzione diplomatica di portata storica entro il 30 giugno 2015. "Siamo ottimisti - dice a Rainews Mohamad Larijani, Commissario dell'Agenzia per i Diritti Umani iraniana - ma i paesi occidentali non possono chiederci di abbandonare una tecnologia che da elettricità a oltre due milioni di case in Iran"

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Si incontreranno a Vienna il prossimo 17 Dicembre le delegazioni dei paesi che partecipano al negoziato nucleare con l'Iran. In un solo giorno i diplomatici dovranno stendere l'agenda dei punti principali ancora irrisolti nel negoziato.

Oltre lo stallo
Il 24 novembre scorso, un round decisivo di incontri si era concluso senza l'accordo che tutti aspettavano da anni. Il segretario di Stato americano Kerry ha sottolineato i tanti passi avanti fatti, ma sono ancora troppi i punti da definire. In particolare il braccio di ferro resta sullo scambio tra sanzioni economiche e arresto delle centrifughe. Per l'Iran, più trasparenza sul progetto atomico deve essere subordinata alla sospensione delle sanzioni. L'occidente chiede invece uno stop più decisivo del programma di arricchimento dei materiali atomici.

6 mesi di tempo
Tutte le parti in causa - Iran da una parte, il gruppo 51 con Gran Bretagna, Francia, Usa, Russia, Cina e Germania dall'altra - si sono accordate per trovare un accordo entro il 30 giugno 2015. Se raggiunto, l'accordo sarebbe un risultato storico, che aprirebbe nuovi rapporti tra Iran e occidente dopo decenni di scontri e relazioni diplomatiche gelide.

Parla Larijani
Rainews24 ne ha parlato con Mohamad Javad Larijani, segretario Generale del Alto commissariano iraniano per i Diritti Umani. "sono ottimista - ha detto Larijani - ma l'occidente non può chiedere all'Iran di abbandonare la strada del progresso tecnologico". Larijani ha anche risposto alle domande sulla crisi Irachena: "smentiamo di aver partecipato agli attacchi aerei contro l'Isis - dice Larijani - ma siamo pronti a offrire il nostro aiuto a tutti gli iracheni di ogni confessione per arginare la minaccia del terrorismo".
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