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MONDO

I rifugiati sulle montagne del Sinjar

Iraq: precipita elicottero che soccorre yazidi. Ferita la deputata che ha denunciato il dramma

Oltra alla deputata della minoranza yazida Vian Dakhil, ferita anche una giornalista del New York Times a bordo per documentare i fatti

La deputata Vian Dakhil, durante la distribuzione di aiuti (Ansa)
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Un elicottero iracheno è precipitato mentre portava soccorsi ai rifugiati yazidi nelle montagne del Sinjar, nel nord dell’Iraq. Il velivolo si è schiantato durante il decollo perchè invaso dai profughi in cerca di aiuto. Lo ha riferito l’esercito iracheno, sottolineando che ci sarebbero feriti, tra questi una deputata yazida e una giornalista del New York Times a bordo per documentare i fatti. Sono stati tutti trasferiti in un ospedale del Kurdistan.

L’elicottero, un Mi-17, che era carico di profughi yazidi, si è schiantato durante il decollo nelle montagne di Sinjar, ha confermato un funzionario. Secondo il New York Times, il pilota è morto nello schianto, mentre la deputata yazidi, Vian Dakhil, che ha lanciato un forte appello ai colleghi la settimana scorsa per attirare l’attenzione sul dramma della sua comunità, è rimasta ferita. 

Vian Dakhil è conosciuta ai media internazionali per avere denunciato le violenze subite dalle decine di migliaia di Yazidi costretti a fuggire dalla città di Sinjar, conquistata dallo Stato islamico. Tra gli episodi di cui ha parlato, l'uccisione di almeno 500 membri della comunità e il sequestro di altrettante donne, a rischio di essere ridotte a schiave sessuali. Il ministero per i Diritti umani di Baghdad ha confermato i fatti affermando che, secondo informazioni ricevute dai profughi, sarebbero stati sepolti in fosse comuni intorno a Sinjar, e alcuni di loro, tra cui donne e bambini, quando erano ancora vivi.

La ferocia contro gli Yazidi dello Stato islamico, che nelle ultime settimane ha costretto alla fuga anche centomila cristiani da diverse località del nord dell'Iraq, si spiega con il fatto che considera i seguaci di questa religione pre-islamica come dei miscredenti. Decine di migliaia di profughi si trovano ancora bloccati sulle montagne intorno a Sinjar, a rischio di morte per fame e sete. Almeno ventimila sono invece riusciti a fuggire, in molti casi a piedi, verso il confine con la Siria, da dove sperano di poter tornare nel territorio curdo iracheno.
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