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MONDO

Iraq

Al-Maliki esclude un governo di unità nazionale

Intanto i miliziani jihadisti si alleano con i qaedisti siriani. L'Iran invia droni e forniture militari

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In Iraq i miliziani jihadisti hanno stretto un'alleanza con i loro rivali qaedisti in Siria. L'importante svolta è arrivata proprio mentre il premier sciita Nuri al-Maliki chiudeva all'ipotesi di un governo di unità nazionale di un fronte comune con curdi e sunniti per fronteggiare l'offensiva. I miliziani qaedisti siriani del Fronte Al Nusra hanno "giurato fedeltà ai guerriglieri jihadisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) al confine tra Iraq e Siria". L'intesa è particolarmente importante perché arriva dopo mesi in cui Al Nusra e Isis, pur avendo una comune matrice sunnita e qaedista, si erano duramente combattuti in Siria.    

Ora l'Isis, che punta a creare un califfato a cavallo tra i due Paesi, potrà assumere il controllo di entrambi i lati di uno strategico valico di frontiera, quello di Abu Kamal in Siria e di Al-Qaim in Iraq, consolidando anche le conquiste territoriali nella provincia orientale siriana di Deir Ezzor. La nuova alleanza potrebbe però creare tensioni con gli altri gruppi ribelli che operano nell'area, sia quelli siriani che le milizie sunnite in Iraq. Nel suo discorso settimanale in tv Maliki ha affermato che gli appelli, cui si erano uniti anche gli Usa, "per formare un governo di unità nazionale sono un golpe contro la Costituzione e il processo politico".

Il premier ha lanciato velate accuse a curdi e sunniti, affermando che chi preme per un esecutivo di emergenza "vuole attentare alla Costituzione ed eliminare il giovane processo democratico derubando gli elettori del loro voto". L'accusa è ai partiti sunniti che, ha aggiunto senza nominarli, "si sono ribellati alla Costituzione per unirsi agli jihadisti" dell'Isis. "In questa drammatica situazione" con una "feroce" guerriglia, ha aggiunto alludendo anche ai curdi, "non abbiamo sentito i nostri partner politici parlare di un sostegno al governo ma agiscono come se dovessero spartirsi un bottino".    

Intanto due squadre di militari Usa, di una quarantina di uomini ciascuna, hanno avviato la ricognizione in Iraq in vista dell'arrivo del resto del contingente di trecento consiglieri militari spediti dal presidente Barack Obama. Dovranno valutare lo stato delle forze armate irachene. Tre guardie di frontiera iraniane sono state uccise nei pressi del villaggio di Taze-Abad, a cinquanta chilometri dal confine con l'Iraq. Più probabile però che l'agguato sia opera guerriglieri curdi del Partito per la Vita libera del Kurdistan (Pjak) che di jihadisti infiltratisi dall'Iraq.
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