MONDO
La presa di posizione degli Stati Uniti
Iraq, Obama: "Non invieremo truppe" e conferma l'aiuto americano
Il presidente conferma aiuto e sostegno all'esercito iracheno ma non ci sarà un intervento militare. "Proseguiremo con un'intensa azione diplomatica nella regione" e dichiara che sono al vaglio altre opzioni di intervento
"Il futuro dell'Iraq dipende dagli iracheni"
Sono al vaglio altre opzioni di aiuto per sostenere Baghdad ma spetta al governo iracheno rispondere in primis all'emergenza. "Fondamentalmente il futuro dell'Iraq dipende dagli iracheni" la posizione del presidente Obama, "Proseguiremo con un'intensa azione diplomatica nella regione".
La linea di politica estera degli Stati Uniti resta quella di combinare "azioni militari mirate" se necessario con "lo sforzo insieme alla comunità internazionale" per risolvere le crisi insieme e ricorrendo alla diplomazia. Il presidente Obama chiarisce che l'America "non si farà più coilvolgere in una situazione nella quale mentre siamo li riusciamo ad arginare le crisi e, dopo nostri enormi sacrifici, non appena ce ne siamo andati, immediatamente la gente inizia a comportarsi in modi che non
portano alla stabilita' a lungo termine del Paese".
"Responsabilità verso Baghdad"
"Le forze di sicurezza irachene purtroppo hanno dimostrato di non essere capaci di difendere alcune città. E il popolo iracheno è ora in pericolo". Da qui la responsabilità americana verso Baghdad anche perchè come ricorda l'inquilino della Casa Bianca ci sono molti interessi in gioco. Nessuna decisione immediata però "È un problema difficile e non sarà risolto nel breve termine".
L'Onu denuncia vittime civili
Intanto arriva la denuncia dell'Alto Commissario per i diritti umani Rupert Colville: negli ultimi giorni in Iraq centinaia di morti e migliaia di feriti. E ci sarebbero state anche delle esecuzioni sommarie di civili e soldati da parte dei jihadisti.
Appello Ayatollah "arruolarsi contro l'Isis"
Di fronte all'avvicinarsi dei miliziani alla capitale a maggioranza sciita, arriva l'appello della massima autorità religiosa sciita dell'Iraq, il Grande Ayatollah Ali al Sistani che ha esortato a prendere le armi contro i jihadisti sunniti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante. "I cittadini che sono in grado di impugnare armi e combattere i terroristi, difendendo il loro Paese e il suo popolo e i suoi luoghi santi, dovrebbero presentarsi volontari ed entrare nelle forze di sicurezza per raggiungere questo obiettivo santo".