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MONDO

Sono sopratutto donne e bambini

Iraq, le telefonate disperate degli yazidi ai parenti in America: "Salvateci"

Circa mille persone sono state rapite dai militanti dello Stato Islamico: chi è riuscito a conservare il cellulare, chiama i parenti all'estero e racconta la drammatica situazione

La fuga degli Yazidi
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Sono centinaia, se non migliaia, gli iracheni della minoranza yazida fatti prigionieri dai jihadisti dello Stato islamico (Is) nel nord dell'Iraq e alcuni di loro sono riusciti a chiamare col cellulare i parenti in Iraq e negli Stati Uniti per chiedere aiuto, raccontando di essere tenuti in prigioni, scuole e moschee.

Nelle loro disperate richieste di aiuto, raccontano tutti gli stessi orrori: famiglie in fuga a piedi catturate dai jihadisti a bordo di camioncini e macchine; uomini trascinati via sotto la minaccia delle armi e mai più rivisti, giovani donne non sposate minacciate di essere date in spose ai combattenti dell'Is, alcune di loro portate via e stuprate e poi vendute al principale mercato di Mosul.

Le donne sposate non sanno invece cosa ne sarà di loro e dei loro figli, ma temono anche loro di essere vendute come schiave. "Mia sorella e i suoi figli sono terrorizzati", ha raccontato al Daily Beast lo yazida iracheno Faisal Fhaqooli, che vive a Lincoln, in Nebraska. La sorella è riuscita a nascondere il cellulare quando, insiene ad altre centinaia di persone, è stata catturata mentre era in fuga dalla zona di Sinjar. La donna ha raccontato di essere stata portata, insieme ai figli, in una prigione di Mosul; quindi, martedi' scorso, di essere stata trasferita in una scuola in una città nelle vicinanze. Secondo la donna, con lei ci sarebbero circa 1.000 donne e bambini.

Il sito americano ha precisato di non poter verificare la notizia, ma ha sottolineato che il racconto della donna corrisponde ad altre testimonianze rese dagli yazidi in fuga così come alla dichiarazione resa da un comandante dell'Is alla Cnn, secondo cui le sue forze catturano le famiglie, uccidendo gli uomini e prendendo prigionieri donne e bambini.

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