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MONDO

Verso la fine del premierato decennale di Netanyahu

Israele, Bennett: "Farò governo di unità nazionale con Lapid"

Il leader di Yamina ha annunciato che farà del suo meglio per una coalizione con l'opposizione centrista. Netanyahu: "E' la frode del secolo"

Naftali Bennet
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"Vi annuncio che farò un governo di unità nazionale con Lapid, per far uscire Israele dalla voragine". Lo ha detto il leader di Yamina, Naftali Bennett. "Con Lapid ci sono diversità, ma siano intenzionati a trovare l'unità. Lapid è molto maturato", ha aggiunto il leader di destra.

"È mia intenzione fare del mio meglio per formare un governo di unità nazionale insieme al mio amico Yair Lapid, in modo che, a Dio piacendo, insieme possiamo salvare il Paese" e "riportare Israele al suo corso", ha detto Bennett in un discorso televisivo. Il leader di Yamina ha detto di aver preso la decisione di impedire al Paese di "scivolare in una quinta elezione consecutiva in poco più di due anni". I due leader hanno tempo fino a mercoledì per finalizzare un accordo.

La svolta 
Dopo un'altalena politica dovuta alla guerra con Gaza, Bennett ha dunque infine scelto un'alleanza che mette fine al governo decennale di Netanyahu. L'accordo - secondo molte fonti - prevede una premiership a rotazione di due anni tra Lapid e Bennett, con avvio di quest'ultimo mentre Lapid diventerebbe premier alternato e ministro degli Esteri. Scaduto il biennio, i ruoli si invertirebbero. Nella maggioranza di governo ci sarebbero, oltre 'C'è un futuro' di Lapid e 'Yamina' di Bennett, anche 'Nuova speranza' dell'ex Likud Gideon Saar, 'Israele casa nostra' di Avigdor Lieberman, 'Blu bianco' di Benny Gantz, i laburisti e la sinistra di 'Meretz'.

I seggi
n complesso si arriverebbe a 58 seggi ai quali si aggiungerebbe l'appoggio esterno dei 4 seggi di Raam (Mansour Abbas) e anche dei 6 della Lista araba unita, per una somma di 68 seggi, ben più dei 61 su 120 necessari alla Knesset. Sui modi e le forme dell'appoggio esterno dei partiti arabi mancano tuttavia ancora i dettagli.

Netanyahu: "E' la frode del secolo"
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha accusato Naftali Bennett, che oggi aveva invitato ancora una volta a unirsi alla sua potenziale coalizione, di commettere "la frode del secolo" dopo che il presidente di Yamina ha annunciato che avrebbe cercato un governo di unità con Yair Lapid - e senza Netanyahu.

Il premier ha detto di aver fatto offerte "incredibili" al partito di Bennett che avrebbero impedito un "pericoloso governo di sinistra", ma Bennett, secondo il primo ministro, "si preoccupa solo di sé stesso". 

In un'apertura dell'ultimo minuto con l'obiettivo di impedire un governo di centro di Yair Lapid, Netanyahu aveva offerto al leader di 'Yamina', Naftali Bennett e a Gideon Saar di 'Nuova speranza' la rotazione a tre nella premiership in un esecutivo tutto di destra. Un appello in tal senso era stato sottoscritto dai partiti religiosi, dalla destra religiosa sionista di Smootrich e dallo stesso Netanyahu.

Netanyahu, il premier più longevo
Benjamin Netanyahu, leader più longevo alla guida del Paese, è al dodicesimo anno consecutivo al potere (15 in tutto se si considera anche il mandato 1996-1999, un record con il quale ha superato persino il padre della patria, David Ben Gurion), e nelle elezioni di marzo puntava a conquistare il sesto mandato e soprattutto un 'salvacondotto' per le sue beghe giudiziarie.

Soprannominato il 'mago' dai fedelissimi, il leader del Likud stavolta è orfano dell'appoggio dato dalla Casa Bianca nelle ultime tre tornate elettorali: nei suoi quattro anni, Donald Trump ha fatto molto per lo storico alleato, accreditando Gerusalemme come capitale d'Israele, spostandovi l'ambasciata, e riconoscendo la sovranità israeliana sulle Alture del Golan; ha inoltre presentato un 'piano di pace del secolo' che prevedeva l'annessione da parte di Isreale del 30% della Cisgiordania e della Valle del Giordano, ha tagliato i fondi ai palestinesi e portato avanti una lotta senza quartiere all'Iran, abbandonando unilateralmente l'accordo sul nucleare del 2015 e ristabilendo sanzioni contro la Repubblica islamica.

Tra i successi che Netanyahu si è intestato, con l'aiuto determinante di Washington, c'è anche la firma degli Accordi di Abramo nel settembre 2020 con Emirati e Bahrein, i primi Paesi arabi del Golfo a normalizzare le relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico, seguiti da Marocco e Sudan.

Con l'arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca, il legame con l'altra sponda dell'Atlantico è venuto a mancare. In campagna elettorale, il leader del Likud ha insistito al massimo sui risultati eccezionali della campagna di vaccinazione anti-Covid: Israele è primo al mondo per popolazione immunizzata. Un successo ottenuto grazie anche all'ampia disponibilità di vaccini, letteralmente conquistati dal premier, come ha raccontato di recente l'ad di Pfizer, Albert Bourla, dipingendo un Netanyahu "ossessivo" che lo ha chiamato trenta volte per ottenerli. Il trionfo, nelle intenzioni del leader 71enne, dovrebbe oscurare le durissime critiche che gli sono state rivolte per la gestione dell'epidemia.

Figlio di uno storico molto attivo nei gruppi sionisti di destra, esperto dell'Inquisizione spagnola, e fratello di un comandante delle forze speciali, ucciso nell'operazione di liberazione di ostaggi israeliani ad Entebbe nel 1976 (un dolore grandissimo che lo ha portato a lasciare gli Usa dove studiava per tornare in patria e poi a buttarsi in politica), Netanyahu ha conquistato l'elettorato dipingendosi come il 'difensore in capo' del popolo ebraico contro ogni avversità, l'unico in grado di trattare con i grandi attori internazionali grazie alle sue relazioni personali.     

Un'immagine che "gli ha permesso di giustificare quasi tutto per rimanere al potere", ha scritto nel suo libro di memorie l'ex presidente americano Barack Obama, che non ha mai digerito il famoso incidente diplomatico del marzo 2015 quando Netanyahu, invitato non da lui a parlare davanti al Congresso riunito, pronunciò un durissimo attacco contro l'accordo sul nucleare negoziato dallo stesso Obama.

Riuscito finora anche a 'sopravvivere' politicamente all'incriminazione per corruzione, frode e abuso di ufficio in tre casi e all'avvio del processo; la fase probatoria, prevista per lo scorso febbraio, è stata rinviata dai giudici a dopo le elezioni, accogliendo la richiesta della difesa. Dopo essere stato il più giovane primo ministro nella storia di Israele (nel 1996 a 46 anni), il primo premier in carica a essere incriminato e il leader più longevo alla guida del Paese, superando anche Ben Gurion, Bibi puntava a battere il suo stesso record di permanenza al potere.
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