MONDO
I candidati alla presidenza della Commissione
Jean Claude Juncker, l'economista alla guida dei popolari
Il decano dei politici europei, Jean-Claude Juncker, premier lussemburghese dal 1995 al 2013, è il candidato del Ppe alla guida della Commissione europea
Nel 2005 diventa presidente dell’Eurogruppo: istituzione che riunisce i ministri dell’economia e delle finanze degli Stati membri dell’Eurozona. Il suo mandato inizia in salita, ovvero con la mancata ratifica della Costituzione europea da parte di Paesi Bassi e Francia. Entra in polemica, inoltre, con l’anti eurocentrismo di Tony Blair e con la sua impostazione “rapace” sul budget europeo. Gli avversari politici e la stampa nazionale lo hanno accusato in passato di occuparsi più degli affari europei che di quelli lussemburghesi
Juncker ha assunto un particolare peso politico durante la crisi dell’eurozona, nel periodo 2010-2012. In quella fase è protagonista dell’accordo di salvataggio della Grecia, appoggiando così inizialmente le politiche di austerity e l’intervento della Troika. Successivamente modera le sue posizioni ed entra in polemica con l’asse franco-tedesco. A tale riguardo, il lussemburghese ha fatto esternazioni durissime sull’operato di Berlino: “Tratta l’Europa come una sua filiale“. Dopo le polemiche, lascia la presidenza dell’Eurogruppo il 30 aprile 2012.
Molto popolare nel Granducato, soprattutto tra i giovani, è nemico del liberalismo troppo spinto. Di recente ha sottolineato la necessità di dare maggior spazio alla dimensione sociale. Di lui, il leader degli ecologisti dell'europarlamento Daniel Cohn-Bendit ha detto che "è il cristiano-democratico più socialista che esista". Nel 2006 è stato premiato con il prestigioso premio Carlo Magno per l'unificazione europea.
Qui un estratto del discorso di Juncker e della sua candidatura a presidente della Commissione Europea.