MONDO
In Russia aumentano i prezzi dei generi alimentari base
La rivolta dei deputati russi: cibo troppo caro alla buvette della Duma
Per dimostrare in modo concreto e illustrativo la sua stessa sofferenza per l’aumento galoppante dei prezzi, il deputato ha citato l’esempio della buvette della Duma: “Prima da noi un piatto di polenta costava 20 rubli (circa 50 centesimi dell’euro), mentre ora è aumentato di ben 2,5 volte arrivando a costare 53 rubli (circa 75 centesimi dell’euro al cambio attuale)”. Il prezzo comunque rimane molto basso rispetto agli esercizi commerciali all’esterno e lo stipendio dei deputati, agganciato a quello dei ministri, è stato aumentato nel 2013, arrivando al cambio attuale a circa 3,5 mila euro, ossia di 8 volte superiore rispetto al salario medio in Russia.
Il deputato ha proposto la sua ricetta: nei negozi, dove si verifica un’impennata dei prezzi per i generi alimentari di prima necessità, confiscare la merce, svenderla e accreditare i profitti sul bilancio dello stato.
Le dichiarazioni del deputato-nazionalista hanno provocato una reazione a catena degli internauti russi.
Uno ha scritto su un social network: “La Russia è davvero un paese della cuccagna: il dollaro costa 68 rubli (mediamente prima della crisi si assestava a 30 o poco più), mentre un piatto di polenta soltanto 53!”
Un altro blogger ha prospettato una vera e propria rivolta dei deputati in stile “Corazzata Potemkin” (dove la rivolta era scatenata da una polenta avariata): “Si alzeranno ora dai loro scranni e qualcuno griderà: “Fratelli! E la polenta...”.