Le reazioni e la solidarietà
Charlie Hebdo, la strage corre sui social
Su Twitter, in particolare, sono di tendenza due hasthag: #CharlieHebdo, dove si rincorrono le notizie e i commenti e #JeSuisCharlie, dove si susseguono appelli e messaggi di solidarietà ai familiari delle vittime del massacro
Mise en berne des drapeaux de l'Elysée #CharlieHebdo pic.twitter.com/xB1iWOQr7J
— Élysée (@Elysee) January 7, 2015
In pochi minuti #CharlieHebdo è stato il hashtag più cliccato sul social, mentre da tutto il mondo veniva condiviso l’orrore per l’accaduto. Gli utenti dei social media (anche Instagram e Facebook) hanno voluto manifestare la loro solidarietà al giornale satirico anche attraverso la condivisione di un’immagine con la scritta “Je Suis Charlie”, “Io sono Charlie”.
"Io sono Charlie"
Molto presto il secondo hashtag, #JeSuisCharlie, così come #CharlieHebdo, è entrato nei top trending mondiali. Centinaia di persone hanno twittato la famosa citazione del filosofo francese Voltaire: "Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo".
Solidarietà dei vignettisti
Anche su Instagram, in poche ore più di 4.000 persone hanno condiviso messaggi con la chiave #CharlieHebdo e diversi disegnatori hanno twittati vignette ispirate alla libertà di opinione. Tra questi, il popolare sito satirico britannico Daily Mash, in segno di solidarietà, ha scritto su Twitter e su Facebook “Charlie Hebdo, ti vogliamo bene". Il vignettista Vauro ha aggiornato il proprio profilo con il logo #JeSuisCharlie e ha realizzato una vignetta in cui la morte ride sfogliando le pagine di Charlie Hedbo.
#CharlieHebdo @Charlie_Hebdo_ pic.twitter.com/ItOi7u6FVF
— Vauro (@VauroSenesi) January 7, 2015
L’account Twitter di Charlie Hebdo (@Charlie_Hebdo_) è passato dai 120 mila follower a 135 mila in poche ore. Migliaia di messaggi sono stati lasciati anche sulla pagina Facebook del giornale satirico.
Ambasciate, Ong, gente comune, ministri, Elisabetta II
L'ambasciata americana a Parigi ha anche cambiato la sua icona Twitter in #JeSuisCharlie, in segno di sostegno alla Francia. "La liberta' di espressione è un diritto umano", ha twittato Amnesty Italia. "#JeSuisCharlie è l'hashtag per chi non
vuole smettere di essere libero", twittano i più sul social. E ancora "Noi penna. Voi kalashnikov. Noi risata, tolleranza, libertà e vita. Voi silenzio, morte che vi divorerà. La penna non si fermerà", twitta Andrea.
Molti rilanciano le foto del direttore Charb e dei vignettisti Cabu, Tignous e Wolinski uccisi nell'attacco. Il ministro italiano degli Esteri Paolo Gentiloni ha twittato "la
stampa libera, ma libera veramente #Wolinski #JeSuisCharlie".
@Charlie_Hebdo_ la stampa libera, ma libera veramente #Wolinski #JeSuisCharlie
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) January 7, 2015
In un messaggio pubblicato su Twitter con rarissima celerità la regina Elisabetta II ha voluto manifestare la sua solidarietà: "il principe Filippo e io inviamo le nostre sincere condoglianze alle famiglie di coloro che sono stati uccisi e feriti nell'attacco di stamani a Parigi".
The Queen has sent this message to @fhollande and the people of France following the attack in #Paris today pic.twitter.com/ohqvDEQhTj
— BritishMonarchy (@BritishMonarchy) January 7, 2015
Reazioni da musulmani
Anche il Consiglio musulmano della Francia e della Gran Bretagna hanno denunciato l'attacco e su Twitter sono apparse condanne da centinaia di musulmani. Il vignettista kuwaitiano Naif al-Mutawa, distributore della Marvel in Medioriente e minacciato di morte dallo Stato Islamico per aver ideato i supereroi islamici '99', ha condannato su Twitter l'attacco sferrato al settimanale francese: "Costringere le persone ad adottare il vostro credo è un segnale che la vostra fede è debole e che voi siete così insicuri che avete bisogno di vederla specchiata ovunque", ha scritto il fondatore della casa editrice Teshkeel Comics.
Forcing people to adopt your beliefs is a sign that your faith is so weak & you're so insecure you need it mirrored everywhere #CharlieHebdo
— Dr. Naif Al-Mutawa (@DrNaif) January 7, 2015
Tariq Ramadan, noto intellettuale svizzero di origine egiziana, nipote del fondatore dei Fratelli musulmani Hasan al-Banna e tra le voci più influenti nel dibattito sulla questione dei musulmani, ha commentato su Twitter l'attentato di questa mattina a Parigi: "No, no, no! La mia condanna è assoluta e la mia rabbia è profonda rispetto a questo orrore. Permettetemi di esprimere la mia vicinanza e le mie sincere condoglianze alle famiglie delle vittime".
#CharlieHebdo : NO! I NO! NO! pic.twitter.com/hLgRdN6Xi2
— Tariq Ramadan (@TariqRamadan) January 7, 2015
Social arabi
Sui social network arabi non mancano voci contro "il vile attacco terroristico": molti utenti dei siti online delle tv arabe come al Jazeera e al Arabiya hanno condannato la strage. Ma ci sono anche altri che hanno accusato "i servizi segreti" francesi e "il Mossad" israeliano di aver ordito l'operazione in modo da dare la colpa ai musulmani al fine di "perseguitarli" in Europa. C'è chi ha cercato di giustificare la strage attribuendone la causa alla linea del giornale satirico.
World's cartoonists react to the #CharlieHebdo attack by turning to their trade http://t.co/7Hw71yxmhB #JeSuisCharlie pic.twitter.com/oz1p9U0FVX
— AJE News (@AJENews) January 7, 2015
Tweet dall'Eliseo
L'account Twitter del Palazzo dell'Eliseo mostra un fermo immagine della riunione di emergenza tenuta dal presidente francese Francois Hollande e i retweet di messaggi di solidarietà da altri capi di Governo tra cui Italia, Spagna, Canada e Regno Unito. Nella foto che mostra la riunione dell’unità di crisi, la didascalia recita "In corso riunione di crisi interministeriale all'Eliseo intorno al presidente". Tra i retweet, quello del premier Matteo Renzi: "Orrore e sgomento per la strage di Parigi, il mio totale appoggio a Hollande in questi momenti terribili, la violenza perderà sempre contro la libertà".
Orrore e sgomento per la strage di Parigi,vicinanza totale a Hollande in questo momento terribile, violenza perderà sempre contro la libertà
— Matteo Renzi (@matteorenzi) January 7, 2015