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MONDO

La nave cisterna ha lasciato la Cirenaica

Libia, caso della petroliera Morning Glory: sfiduciato il primo ministro

Il Parlamento ha sfiduciato Ali Zeidan, al suo posto il ministro della difesa fino alle nuove elezioni tra due settimane; al centro l'incapacità del premier di gestire il caso della petroliera battente bandiera nordcoreana che si è rifornita di petrolio dai ribelli della Cirenaica

Ali Zeidan (Ansa)
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La petroliera Morning Glory continua a creare caos in Libia. Il primo ministro Ali Zeidan è stato sfiduciato dal Parlamento proprio per non essere riuscito a gestire "il caso" della petroliera battente bandiera nordcoreana attraccata per giorni nel porto di Sidra, nella Cirenaica, per rifornirsi di petrolio dai ribelli: Nonostante l'oposizione del governo di Tripoli.

Giorni di tensione poi la Morning Glory è riuscita a partire dal porto, sfuggendo ai controlli della marina militare di Tripoli.

Sfiducia al primo ministro
Una vicenda che ha avuto influenza nella politica interna del paese: il parlamento con 124 voti a favore su 138 ha votato la sfiducia contro il primo ministro Ali Zeidan. A sostituirlo il ministro della difesa, Abdullah Al Thani, che resterà per due settimane fino all'elezione di un nuovo premier. La procura generale libica ha imposto poi il divieto di espatrio per l'ex premier per il suo presunto coinvolgimento in un caso di appropriazione indebita di fondi pubblici. Secondo i media locali, però, Zeidan avrebbe già lasciato il paese su un aereo privato.

Una sfiducia che nasce da una crescente insoddisfazione verso Ali Zeidan accusato di non essere stato in grado di risolvere i porblemi del dopo-gheddafi, cioè l'instabilità e la crisi petrolifera. E proprio al petrolio è legata la vicenda della Morning Glory.

La morning glory
La petroliera battente bandiera nordcoreana ha attraccato nel porto di Sidra, nella Cirenaica controllata dai ribelli sepratisti, sabato scorso. Ed ha iniziato il rifornimento di greggio sfidando apertamente il governo di Tripoli che aveva minacciato di bombardare la nave cisterna se fosse ripratita con il carico di greggio. Un atto criminale l'avevano bollato le autorità autorità libiche che ieri avevano avevano dichiarato di aver preso il comando della nave dopo un breve confronto armato con i ribelli che controllano il porto. Dichiarazioni smentite immediatamente da Ibrahim Jadran, il 33enne leader del gruppo.
Il gruppo di miliziani anti-governativi ha rifornito la Morning Glory di 350.000 barili.  

I ribelli della Cirenaica e la questione del petrolio
La vendita di greggio indipendentemente dalle autorità di Tripoli è stata annunciata da Abdo Rabbo Al Barassi, premier dell'autoproclamato governo della Cirenaica e si è trattata della prima operazione di export di petrolio organizzato dall'ufficio Politico di Barqa (nome arabo della Cirenaica), che ha dichiarato nei mesi scorsi l'autonomia della regione.
Questo nuovo ufficio è stato formato da un ex rivoluzionario, Ibrahim Jadran, ribelle in prima linea durante la rivoluzione che rovesciò Muammar Gheddafi. Dopo la guerra del 2011 era diventato responsabile delle guardie di sicurezza di alcuni impianti petroliferi. Ma dalla fine di luglio Jadran ha approfittato della sua posizione per guidare le proteste che da allora bloccano i maggiori porti del paese chiedendo di trattenere una quota maggiore dei proventi dell'export e accusando il governo di corruzione per vendita di greggio non quantificato.
Il governo ha cercato a più riprese di negoziare una soluzione. Zeidan si è recato numerose volte in Cirenaica, ha annunciato un aumento del 67% dei salari per i lavoratori del settore petrolifero ma ha anche minacciato di intervenire con la forza.  Jadran non ha mai ceduto. L'ultimo tentativo di sbloccare la crisi è stato avviato ieri dal presidente del Congresso Generale Nazionale, Nuri Abu Sahmain che ha parlato della creazione di una nuova forza militare che, a partire dalla settimana prossima sarà incaricata di liberare tutti i terminal occupati. Oltre a quello di Sidra, i ribelli hanno il controllo anche dei terminal di Ras Lanuf, Hariga e Marsa.

Dubbi sulla bandiera nordcoreana
La provenienza della petroliera battente bandiera nordcoreana solleva però dei dubbi: secondo alcuni non sarebbe controllata da Pyongyang, ma sarebbe registrata nel Golfo
Persico. Mistero aleggia anche sulla destinazione del carico di petrolio illegalmente caricato a bordo.


 
 
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