MONDO
Elezioni municipali
Londra, si vota per il sindaco: favorito il musulmano Khan
Il rivale conservatore, Zac Goldsmith, lo accusa di estremismo religioso
Gli ultimissimi sondaggi davano a Khan, figlio di un conducente di autobus, un vantaggio di oltre il 10% su Goldsmith nella corsa alla poltrona di primo cittadino di una delle più importanti piazze finanziarie del pianeta. In caso di vittoria, succederà all'attuale sindaco Tory Boris Johnson, diventando il primo musulmano a guidare una delle più grandi capitali occidentali, che conta 8.6 milioni di abitanti. Intervistato su questa prospettiva Khan ha così dichiarato: "Sono un londinese, sono un britannico, sono musulmano ed è certo che sono fiero di esserlo. Ho origini pachistane. Sono un padre, un marito, un tifoso del Liverpool. Sono tutto questo".
Ma in questa campagna Khan non ha avuto certo vita facile. Goldsmith, che gode anche dell'appoggio del Primo ministro David Cameron, che oggi lo ha ancora sostenuto in Parlamento, per settimane si è concentrato sulla religione di Khan, contestandogli delle sue apparizioni al fianco di relatori musulmani radicali. - "Esiste in teoria la possibilità che alcuni elettori decidano di non votare per Khan per un inconscio razzismo strisciante. Nessuno dirà 'non voterò per Sadiq Khan', ma ci sarà chi ci ripenserà all'ultimo momento all'interno del seggio", ha spiegato Anthony Wells, direttore dell'istituto demoscopico YouGov. Ma è improbabile, secondo l'esperto, che il fenomeno assuma proporzioni tali da permettere a Goldsmith una vittoria a sorpresa.
Polemiche a parte, la maggiore attenzione in termini di programma durante la campagna se la è guadagnata come era logico la ormai cronica crisi degli alloggi. Sadiq ha promesso di costruire 80.000 unità abitative all'anno, mentre "Zac", che ha un passato di ambientalista, milita per non oltre 50.000 nuove case, con la condizione di proteggere le aeree verdi. Quanto alla Brexit, i due candidati hanno si opposte vedute - Goldsmith vuole lasciare l'Europa, Khan vuole rimanerci - ma malgrado il referendum alle porte e la questione che porrebbe il ruolo di Londra come centro finanziario, hanno tenuto un basso profilo sull'argomento nella campagna. Entrambi i contendenti hanno infatti deciso di non volersi alienare gli elettori che non la pensano come loro, dicendosi pronti a combattere per gli interessi della capitale, indipendentemente da come voterà il Paese.