ITALIA
Inchiesta "Mondo di mezzo", il processo
Mafia capitale nuova udienza a Rebibbia. Avvocati prendono distanze da offese al giornalista Abbate
Dopo le parole del legale di Carminati, Naso a proposito di Pignatone e Abbate, si ritorna in udienza a Rebibbia per il maxi-processo Mafia Capitale. Dichiarazioni spontanee di Gramazio: "Mai preso un euro illecito". Intanto le Fiamme Gialle sequestrano beni per 28 milioni di euro a un soggetto legato a Buzzi: tra questi l'imbarcazione "Fiamma nera" appartenuta a Benito Mussolini
Il collegio dei difensori del processo Mafia Capitale sembra spaccato dopo l'attacco al giornalista Lirio Abbate da parte dell'avvocato Giosuè Naso al processo d'appello al clan Fasciani, uno dei clan di Ostia. Solidarietà al giornalista, che da anni vive sotto scorta, è stata espressa oggi in apertura di udienza dall'avvocato Luca Petrucci, difensore di Luca Odevaine.
"Ho stima per l'avvocato Naso - ha detto Petrucci - ma le sue parole sono pericolose. Non si può lasciare un uomo solo, non è giusto mettere alla gogna un giornalista che vive sotto scorta minacciato dalla mafia". A Petrucci si è associato il collega Giulio Vasaturo, legale di Libera. "Si tratta di difendere il lavoro di un giornalista sotto scorta - ha sottolineato - per il suo impegno contro la criminalità organizzata".
Altri difensori hanno manifestato invece vicinanza al collega Naso. Tra guesti, Gaetano Scalise, difensore dell'ex responsabile del dipartimento affari sociali del Comune di Roma Angelo Scozzafava, ed il difensore dell'ex Ad di Ama Franco Panzironi.
C'era già stato, ieri il presidente della FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), Giuseppe Giulietti, ad augurarsi che le autorità istituzionali e di garanzia avessero ascoltato le parole di Naso.
Intanto in udienza ha parlato l'ex consigliere regionale ed ex capogruppo Pdl in Campidoglio, Luca Gramazio: "Buzzi si interfacciava con noi come ogni rappresentante di categoria si interfaccia con interlocutori istituzionali".
"Non c'è nessun asservimento, nessuna corruzione, ho solo fatto il mio lavoro da consigliere". Così Gramazio, con una dichiarazione spontanea, ha respinto le ricostruzioni fatte in questi giorni dai testimoni dell'accusa, il capitano dei Ros Federica Carletti e del maresciallo capo Roberta Cipolla.
"Non ho mai ricevuto un euro illecito - ha detto Gramazio parlando in aula. Vengo accusato di aver ricevuto tre tranche di denaro, una da 50mila, una da 28 e l'altra da 20. Soldi che non ho ricevuto. Perché mi avrebbero dovuto dare questi soldi? Io ho fatto solo il mio lavoro. Voglio riportare alla realtà dei fatti i reali accadimenti".
Operazione della Finanza: sequestro di 28 milioni
Intanto oggi a Roma sono stati sequestrati dalle Fiamme Gialle beni per 28 milioni di euro a un soggetto legato a Buzzi. Immobili, alcuni vani di un castello, uffici, conti, auto di lusso e imbarcazioni, tra cui la "Fiamma nera", imbarcazione che appartenne a Benito Mussolini.
Gramazio parla in aula:"Buzzi si interfacciava con noi come ogni rappres. di categoria si interfaccia con interlocutori istituz." @RaiNews
— Silvia Balducci (@silviabalducci) 1 Febbraio 2016