MONDO
Mar Mediterraneo
Migranti, Salvini: “Molto bene salvataggio guardia costiera libica”
Opposto il giudizio di Alarm Phone: "Riportati in una zona di guerra da una milizia finanziata dall'Ue. È una vergogna"
Alarm Phone: "Vergogna"
Opposto il giudizio di Alarm Phone: "La cosiddetta guardia costiera libica ha intercettato la barca. Le 20 persone saranno riportate in una zona di guerra da una milizia finanziata dall'Ue. È una vergogna che questo respingimento illegale e disumano avvenga nell'indifferenza generale".
#MRCC Roma ha appena confermato che la c.d. Guardia Costiera Libica ha intercettato la barca. Le 20 persone saranno riportate in una zona di guerra da una milizia finanziata dall’ #UE. É una vergogna che questo respingimento illegale e disumano avvenga nell’indifferenza generale.
— Alarm Phone (@alarm_phone) 10 aprile 2019
Dopo che l'allarme era stato lanciato dai migranti ("se non arriveremo in Italia moriremo tutti", aveva detto al telefono uno dei venti a bordo), dalla Ong Sea Watch era partita l'accusa: "né gli Stati né le compagnie private vogliono aiutarli". Mentre Salvini aveva risposto che la barca "è in Libia, lontanissimo dall'Italia". Oltre ai venti a bordo, sono stati segnalati otto dispersi.
Dalla Libia in fiamme, dunque, continuano a partire carrette del mare dirette verso l'Europa. L'Unhcr parla di "condizioni di insicurezza" a Tripoli ed ha trasferito 120 migranti da un
centro di detenzione ad una struttura protetta. "Visto che la Libia non è sicura - spiega l'Agenzia dell'Onu - i migranti soccorsi non devono esser riportati lì".
E il Mediterraneo centrale è un mare sempre più a rischio per la mancanza di mezzi di soccorso, dopo la chiusura della missione Ue Sophia e l'offensiva anti-ong. L'unica nave umanitaria presente è la Alan Kurdi di Sea Eye, che si trova fuori dalle acque territoriali di Malta con a bordo 63 migranti salvati una settimana fa e respinti prima dall'Italia e poi da
La Valletta. Ed i mercantili privati, anche dopo il recente caso di dirottamento subito da parte di migranti soccorsi, sono sempre più restii a intervenire.
Alle sei del mattino, a quanto fa sapere Alarm Phone, la telefonata di allarme: una ventina di persone, tra cui anche donne e bambini, su un barcone che ha perso il motore e vaga nelle acque tra Tunisia e Libia. "Tutte le autorità sono state informate, ma nessuno sforzo è stato fatto. Senza dubbio, se i dispersi fossero europei e bianchi un'operazione di salvataggio sarebbe già stata effettuata". Da un aereo della missione Sophia che ha sorvolato l'area è stata data l'indicazione di chiamare le autorità tunisine, che però non sono intervenute. Sea Watch nel pomeriggio ha chiesto all'armatore olandese Vroon, le cui navi Vos Triton e Aphrodite sono vicine all'imbarcazione alla deriva, la disponibilità a intervenire. Ma anche in questo caso non ci sono state risposte.
E senza risposte si trova anche la Alan Kurdi, che si tiene fuori dalle acque maltesi, senza aver avuto l'autorizzazione a sbarcare i 63 salvati, tra i quali due bimbi di 11 mesi e 6 anni e due donne incinte. Le autorità della Valletta non hanno finora concesso il porto sicuro alla nave umanitaria. Un'imbarcazione della Ong Moas ha portato rifornimenti sulla nave.
Una donna incinta è stata evacuata nel corso della notte dalla nave Alan Kurdi, da ormai 9 giorni in mare con a bordo una sessantina di migranti soccorsi al largo della Libia, e trasportata a Malta. "Osumah, 23enne incinta, ha avuto una crisi epilettica ed è stata evacuata da una motovedetta maltese" scrive in un tweet la Ong Sea Eye affermando che al marito della donna è stato impedito dalle autorità maltesi di accompagnarla. "Insieme a lui - dice ancora la Ong - altri 61 naufraghi sono bloccati in alto mare". Da ormai quattro giorni la Alan Kurdi si trova a sud est di Malta e si tiene a poca distanza dal limite delle acque territoriali dopo che sia La Valletta sia l'Italia si sono rifiutate di assegnare un porto per sbarcare i migranti.
La Mare Jonio, di Mediterranea Saving Humans, intanto, si prepara a tornare in mare dopo il sequestro e l'indagine a carico di capitano e capo-missione da parte della procura di Agrigento. A bordo ci sarà anche il senatore Gregorio De Falco, ex M5s ora al Gruppo Misto. "Non vorrei - ha spiegato - essere un passeggero zavorra, ma avere una funzione di utilità a bordo, mettendo a servizio la mia esperienza di ufficiale di Marina".