Coronavirus
Imprese e Pubblica amministrazione
Ministero del Lavoro: quasi due milioni di italiani in smart working
Prima dell'emergenza, lavoravano da casa poco più di 220mila italiani. Il coronavirus fa ripensare l'organizzazione delle attività in chiave 2.0
L'emergenza Covid-19 ha comportato, rileva il ministero "un radicale e repentino ripensamento dell'organizzazione del lavoro in nome della tutela della salute delle persone all'interno di aziende e Pubbliche Amministrazioni", privilegiando dove possibile il lavoro da remoto.
A fine aprile complessivamente risultavano 1.827.792 lavoratori in smart working, quasi la totalità (1.606.617 persone) a seguito delle norme sull'emergenza. Prima del coronavirus lavoravano da remoto soltanto 221.175 persone.
Lo smart working è diventato, osserva il ministero, "una modalità necessaria, sebbene solo fino a qualche mese fa fosse ritenuto un'alternativa ancora sperimentale, una componente parziale di un più ampio processo di digitalizzazione del lavoro".
Alleato di imprese e Pubblica amministrazione
Il lavoro da remoto si rivelando per imprese e per la Pubblica amministrazione "un alleato fondamentale per consentire la continuità delle prestazioni lavorative". Lo dimostra anche "il successo della campagna social #iolavorosmart, lanciata lo scorso 27 marzo dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con il Ministero per la Pubblica Amministrazione, a cui hanno aderito centinaia di cittadini e imprese che hanno condiviso sui social riflessioni e scatti fotografici della propria 'vita da smart worker' tra le mura domestiche".