MONDO
Terra Santa
Natale a Betlemme "dimezzato" senza pellegrini, ma meglio dello scorso anno
Betlemme senza turisti né pellegrini, Israele ha chiuso a inizio mese le frontiere agli stranieri per proteggersi dalla variante Omicron. Patriarca Pizzaballa alla messa di mezzanotte: "Meglio dello scorso anno, ma mancano i pellegrini"
Il Patriarca latino Pierbattista Pizzaballa da Gerusalemme è arrivato a Piazza Manger, vicino alla Chiesa della Natività a Betlemme, poi ha celebrato la messa tradizionale di mezzanotte. Oggi la culla non è vuota, ma la piazza sì.
Nell'omelia il Patriarca si è rivolto direttamente ai pellegrini di tutto il mondo, dicendo che in Terra Santa si sta facendo tutto il possibile per consentire loro di unirsi di nuovo alle celebrazioni. "Rispetto al Natale dell'anno scorso, la partecipazione è molto maggiore e questo è un segno incoraggiante". Ma sottolinea "manca ancora una parte importante perchè la gioia sia completa. Mancano i pellegrini". "Ci auguriamo che con un'azione congiunta di politica, chiesa e operatori turistici, locali e internazionali, si possano - ha proseguito - trovare forme sicure di ripresa di questa attività, nonostante la pandemia". "E' importante pensare a una ripartenza dopo le feste", mettendosi oggi "l'animo in pace" per trovare "un nuovo modo con le autorità politiche" di dar vita a "forme di convivenza" con la pandemia e riaprire al turismo religioso "nel 2022", ha rimarcato.
Il patriarca nella sua predica ha poi fatto un excursus sulla situazione dei territori che ricadono nella gestione della sua diocesi, da Cipro alla Giordania a Israele, a Gaza. E proprio alla messa come l'anno scorso non ha partecipato a causa della pandemia il presidente palestinese Abu Mazen, ma era presente il premier Mohammed Shtayyeh con vari ministri e il sindaco di Betlemme, Anton Salman, che per tradizione è cattolico. Pizzaballa celebra anche la messa di Natale sempre nella chiesa di Santa Caterina, attigua alla basilica della natività.
Il capo della Custodia di Terra Santa, la speciale provincia francescana che custodisce i luoghi e santuari di Terra Santa, Fra Francesco Patton, ha celebrato, invece, la messa a Nazaret, luogo di provenienza della famiglia di Gesù. Anche qui, presenti solo i fedeli locali."In questo momento", ha detto Patton nel suo messaggio natalizio, "viene spontaneo pensare anche alle tante famiglie in difficoltà in vari Paesi del mondo; alle tante famiglie costrette ad abbandonare le proprie case, il proprio Paese e la propria patria perché perseguitate da regimi politici che reincarnano la mentalità di Erode o perché disastri economici e ambientali sempre più frequenti le costringono a lasciare tutto ed emigrare". E come gli altri leader, anche Patton si augura che questo sia l'ultimo natale senza pellegrini stranieri per le vie di Betlemme.
Nella Piazza della Mangiatoia, è acceso l'albero acceso dai pellegrini locali venti giorni fa, poi i fuochi d'artificio, hanno dato un sentore di normalità, ma è una normalità "dimezzata". La partecipazione è stata in gran parte virtuale, attraverso dirette sui social o nei canali televisivi, quando in epoca pre-pandemica attiravano migliaia di
persone, locali e stranieri.
Il presidente palestinese Abu Mazen, nel suo messaggio natalizio, ha sottolineato come il Natale ricordi l'importanza della giustizia e della resilienza. Sarà, però, un'altra messa senza pellegrini stranieri a causa della pandemia, assenza che pesa non poco sull'economia della città palestinese. Betlemme regge la sua economia principalmente sui pellegrini: alberghi, ristoranti, negozi, opifici di artigianato e le stesse istituzioni religiose stanno attraversando una crisi senza precedenti a causa della mancanza degli introiti provenienti dai pellegrinaggi religiosi. L'anno scorso la celebrazione vespertina, la prima dopo la chiusura imposta dal Covid, si era svolta normalmente seppur con la chiesa semivuota a causa di forti restrizioni. Le accortezze, però, non avevano impedito il contagio e dopo la funzione alcuni fedeli e officianti erano risuonati positivi. Quest'anno, già da giorni il governo israeliano ha deciso di chiudere i suoi confini per evitare la diffusione di Omicron e ne hanno pagato le conseguenze soprattutto i pellegrini cristiani che speravano di poter entrare nel Paese.
Situazione molto difficile anche nei Territori palestinesi, dove si continua a morire e i contagi sono numerosi. Secondo i leader delle Chiese cristiane, i pellegrini contribuiscono per 3 miliardi di dollari all'economia israeliana. Ovviamente, in maniera molto significativa, anche a quella palestinese. In Piazza della Mangiatoia ci sono solo i fedeli locali e qualche centinaio di fedeli cristiani venuti da Gaza. Quest'anno il governo israeliano ha aperto i confini con l'enclave a diversi fedeli e molti hanno deciso di recarsi a Betlemme. Tra loro anche gli scout che hanno il patriarca Pizzaballa al suono di cornamuse, con la processione di clero locale e frati francescani, che custodiscono la chiesa di Santa Caterina, attigua alla basilica ortodossa della Natività. Entrambe, furono oggetto per 40 giorni di un assedio nel 2002 durante la seconda Intifada, nella quale circa 200 palestinesi ritenuti terroristi dagli israeliani sono rimasti chiusi dentro con l'esercito fuori che cercava di stanarli.