MONDO
I ricordi del pontefice alla vigilia di Natale
Natale. Papa: penso ai bambini in ospedale e ai cappelletti fatti a mano da mia nonna
Il Papa intervistato da La Repubblica e La Stampa parla dei suoi personali ricordi legati al Natale, gli sport e le abitudini praticate da bambino a Buenos Aires. E non manca di parlare dell'oggi e dell'avvenire: "Sarà florido se sarà costruito e, dove serve, ricostruito insieme"
Pensa a quei bambini più sfortunati "abusati e schiavizzati" e quelli malati che passeranno il Natale in ospedale, e riserva parole di ammirazione anche per chi lavora nei reparti pediatrici. E non manca di esortare i genitori ad abbracciare forte i propri figli e a dedicare loro più tempo.
A 85 anni Bergoglio si lascia andare a un po' di nostalgia dell'infanzia e della giovinezza, nella mente riaffiorano i momenti di gioco: il calcio e il basket. Spesso il pallone era fatto di stracci, la “pelota de trapo”, diventato un simbolo culturale nell’Argentina di quell’epoca. Ma di sé Francesco dice che non era molto bravo. “Allora stavo in porta, dove mi arrangiavo. Fare il portiere è stato per me una grande scuola di vita. Il portiere deve essere pronto a rispondere ai pericoli che possono arrivare da ogni parte…”.
A suo padre che gli leggeva il libro Cuore e o recitava i versi di Dante e sua madre che gli faceva ascoltare la lirica. Il Papa cita alcuni tra i volumi che l’hanno aiutato a formarsi, a crescere, come ad esempio “Cuore” di Edmondo De Amicis, i romanzi di Jorge Luis Borges e Fëdor Dostoevskij, e le poesie di Friedrich Hölderlin. Anche “I promessi sposi” e poi la “Divina Commedia” di cui il padre recitava a memoria alcuni passaggi. “Da lui sentii per la prima volta questi versi: "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura". E poi il terzo canto dell’Inferno: "Lasciate ogni speranza, o voi che entrate".
In mezzo alla nostalgia, il contatto con la realtà di oggi per la quale non manca di rivolgere un appello per i "poveri, sempre. Come Gesù, che è nato povero: quel giorno - ricorda - Maria era una donna di strada, perché non aveva un luogo adeguato per partorire.
Le risposte scritte di Bergoglio sono parole di attenzione "a tutti i dimenticati, gli abbandonati, gli ultimi, e in particolare i bambini abusati e schiavizzati. A me fa piangere e arrabbiare sentire le storie di adulti vulnerabili e di bimbi che vengono sfruttati. E poi, penso ai bimbi malati che trascorreranno il Natale in ospedale, non ci sono parole, possiamo solo aggrapparci alla fede, a Dio, e chiedergli: "Perché?".
Infine a cinque mesi dall'intervento allo stomaco, il Papa dice di stare bene. "Zoppico solo un po', perché si sta rimarginando la cicatrice dell'operazione, non sono più un ragazzino, ma sto bene". E guardando al futuro afferma: "L'avvenire del mondo sarà florido se sarà costruito e, dove serve, ricostruito insieme. Solo la vera e concreta fraternità universale ci salverà e ci permetterà di vivere tutti meglio".