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MONDO

Il presidente nigeriano esclude ogni trattativa

Liceali rapite in Nigeria, scontri senza fine: uccisi 200 fondamentalisti di Boko Haram

Da ormai un mese le ragazze sono prigioniere del gruppo integralista che ha prima minacciato di venderle come schiave e poi proposto di scambiarle con alcuni prigionieri
 

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È passato un mese dal sequestro delle liceali nigeriane, rapite in massa dalla loro scuola di Chibok, nello stato di Borno, dai fondamentalisti di Boko Haram. Un mese di paura e ansia per le famiglie e per l'intera Nigeria e che ha visto crescere l'indignazione e la mobilitazione internazionale per la loro liberazione, da Michelle Obama a papa Francesco. E mentre il governo ha chiesto al parlamento di prorogare lo stato di emergenza in tre stati del nord-est del Paese, roccaforti del gruppo islamico ribelle, proprio nel Borno i miliziani islamici hanno subito un duro colpo: secondo media locali e internazionali, i gruppi di autodifesa di tre villaggi hanno reagito agli attacchi uccidendo circa duecento ribelli fondamentalisti.

Il presidente Goodluck Jonathan ha inoltre escluso qualsiasi possibilità di uno scambio di prigionieri, di rilasciare cioè detenuti islamici contro la liberazione delle ragazze, come richiesto nei giorni scorsi dal capo di Boko Haram, Abubakar Shekau. Dopo il video che aveva mostrato le adolescenti coperte dal velo, il governo nigeriano si era detto "aperto al dialogo". Ma "non ci saranno negoziati con Boko Haram che includano uno scambio", ha riferito il sottosegretario britannico per l'Africa, Mark Simmonds in visita ad Abuja. La Gran Bretagna, dopo gli Stati Uniti ha "proposto alla Nigeria un'ulteriore assistenza", dopo la decina di esperti inglesi già arrivati la settimana scorsa sul posto. David Cameron ha annunciato l'invio di "un aereo da ricognizione, una squadra militare destinata a integrare il quartier generale dell'esercito nigeriano e un'equipe che si unirà agli esperti americani che analizzano le informazioni relative alla localizzazione delle ragazze".   

E la Francia si mobilita organizzando sabato un vertice all'Eliseo. Al "Vertice di Parigi per la sicurezza in Nigeria", l'incontro annunciato domenica scorsa dal presidente François Hollande, è per ora annunciata la partecipazione dei capi di stato del Benin, del Camerun, del Niger e del Ciad, oltre - ovviamente - a quello della Nigeria. Saranno presenti anche - si legge in un comunicato dell'Eliseo - "rappresentanti dell'Unione europea, della Gran Bretagna e degli Stati Uniti". A Ginevra, intanto, il comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione contro le donne ha invitato la Nigeria a "utilizzare tutti gli strumenti necessari per ottenere la liberazione delle ragazze". Ovunque, nel mondo, manifestazioni e cortei si organizzano per chiedere la liberazione delle rapite, ormai da un mese nelle mani dei fanatici di Boko Haram che hanno prima minacciato di "venderle come schiave" e poi proposto lo scambio.   

Il gruppo oltranzista islamico è stato "messo al bando come organizzazione terroristica" anche dall'Australia, in accordo con la Nigeria e i partner internazionali, ha annunciato il primo ministro Tony Abbott. Come segnale di sostegno assoluto in questo momento al governo nigeriano, il comandante delle forze armate americane in Africa, il generale David Rodriguez, è arrivato ad Abuja, capitale federale, per discutere della cooperazione Usa-Nigeria nelle operazioni di ricerca delle ragazze.
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