MONDO
Nissan, mandato di arresto in Giappone per la moglie di Ghosn
Intanto Nissan ha fatto sapere che continuerà a perseguire azioni legali contro il suo ex presidente, Carlos Ghosn, nonostante la sua fuga dal Giappone al Libano. "La società continuerà a intraprendere le adeguate azioni legali ritenendo Ghosn responsabile del danno che il suo comportamento scorretto ha causato a Nissan", ha affermato l'azienda in una nota senza fornire dettagli. Giappone e Libano non hanno un trattato di estradizione. Gli esperti hanno affermato che sarebbe difficile riportare Ghosn in tribunale a Tokyo. Il segretario capo di Gabinetto Yoshihide Suga ha affermato che la situazione deve essere gestita attentamente. Il ministero degli Esteri ha dichiarato che l'ambasciatore giapponese ha in programma di incontrare martedì il presidente libanese Michel Aoun.
Fuggendo in Libano, Carlos Ghosn, ex presidente di Renault e Nissan, ha commesso un atto "estremamente deplorevole" e infranto le regole del sistema giudiziario giapponese, dichiarato il gruppo Nissan, che intende continuare a perseguirlo per le accuse di appropriazione indebita. "La sua fuga in Libano senza il permesso della Corte, in violazione delle condizioni della cauzione, infrange il sistema giudiziario giapponese", scrive il gruppo in un breve statement. "Nissan ha individuato diversi atti di cattiva condotta attribuibili a Ghosn dopo un'accurata indagine interna", aggiunge Nissan, che lo ha denunciato alle Autorita' e licenziato dopo l'arresto il 18 novembre 2018 a Tokyo. Secondo Nissan, esistono "prove inconfutabili di illeciti" da parte sua, "dichiarazioni inesatte sul risarcimento e un'appropriazione indebita di beni aziendali a vantaggio personale". Nissan continuerà a cooperare con il sistema giudiziario affinché Ghosn risponda delle proprie responsabilità; il 65enne franco-libanese-brasiliano è oggetto di indagini anche in Francia.