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MONDO

Sospetti sulla israeliana Nso

L'Onu chiede 'inchiesta immediata' su hackeraggio dello smartphone di Jeff Bezos

Esperti delle Nazioni unite chiedono agli Usa e altri soggetti coinvolti di fare chiarezza sull'ipotesi che il telefono di Jeff Bezos sia stato hackerato da un video inviato tramite WhatsApp del principe ereditario saudita, Mohammad bin Salman

Jeff Bezos, Ceo Amazon (archivio)
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Agnes Callamard, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali e sommarie e David Kaye, relatore speciale dell'Onu sulla libertà di espressione hanno espresso "forte preoccupazione" per le informazioni ricevute sul "possibile coinvolgimento" del principe ereditario saudita per "influenzare, se non mettere a tacere, il Washington Post sull'Arabia Saudita".

Gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite chiedono quindi  "un'inchiesta immediata" da parte degli Stati Uniti e delle altre parti coinvolte sulle denunce secondo cui il cellulare di Jeff Bezos, fondatore di Amazon ed editore del Washington Post, è stato hackerato nel 2018 dopo aver ricevuto un video Mp4 via WhatsApp dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. 

E' stato il Guardian a rivelare che, nel maggio del 2018 il telefonino di Bezos, che oltre a guidare Amazon è anche il proprietario del Washington Post, era stato hackerato su ordine di bin Salman. Il presunto hackeraggio sarebbe avvenuto 5 mesi prima dell'omicidio di Jamal Khashoggi, il giornalista e dissidente saudita che collaborava con il Washington Post, ucciso il 3 ottobre 2018 nel consolato
saudita di Istanbul, in Turchia.

Sospetti sulla israeliana Nso
Secondo il rapporto sulle indagini diffuso dai relatori speciali Onu Agnes Callamard e David Kaye, nell'operazione di hackeraggio, avvenuta nel maggio 2018, potrebbe essere coinvolta la società israeliana Nso, già chiamata in causa in passato per altri attacchi hacker a WhatsApp e che secondo diversi media sarebbe stata creata dalla divisione cyber dell'esercito israeliano.

C'e' una "ragionevole convinzione" che il comportamento del telefono di Bezos sia legato allo spyware Pegasus, venduto ai sauditi dall'israeliana Nso. Lo spyware è software che raccoglie informazioni riguardanti l'attività online di un utente senza il suo consenso.

Ipotesi assurde
L'ambasciata saudita a Washington respinge l'ipotesi avanzata da media e esperti Onu e sostiene di non aver nulla a che fare con la presunta violazione dello smartphone del proprietario di Amazon e del Washington Post Jeff Bezos.  "Le recenti notizie dei media che suggeriscono che ci sia il Regno dietro un hacking del telefono di Jeff Bezos sono assurde", ha scritto l'ambasciata dell'Arabia Saudita sul suo account Twitter. "Chiediamo un'indagine su queste affermazioni in modo da poter avere tutti i fatti". 




 
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