MONDO
Vertice per la pacificazione della regione
Onu, Di Maio: "Sulla Libia occorre parlare con una voce unica"
Italia e Francia più in sintonia che mai su come agire per risolvere l'intricata vicenda libica. Il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, punta alla stabilizzazione del paese senza interventi militari per fermare i flussi migratori e creare nuove occasioni commerciali e l'omologo francese, Jean Yves Le Drian, gli fa eco
Fiducia ritrovata
Questa volta sembra esserci un clima di fiducia tra Roma e Parigi non solo sulla Libia, ma anche sui migranti: due temi su cui "Si è registrata forte convergenza" nel bilaterale "cordiale e costruttivo" che Di Maio ha avuto col collega francese Jean Yves Le Drian, con cui si è spartito il coordinamento del summit. Un'occasione per avviare anche il disgelo personale con Parigi dopo le polemiche per aver sposato la causa dei gilet gialli. "Siamo in totale sintonia con l'Italia. L'obiettivo è lanciare un processo politico. Non ci sarà una soluzione militare in Libia, quelli che lo pensano sbagliano e rischiano di portare il paese in una spirale terribile" gli ha fatto eco Le Drian.
Le tensioni sulla Libia
Ma mentre Di Maio continua a tessere la sua tela diplomatica con i paesi del Mediterraneo, in attesa di rivedere il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, all'inizio di ottobre a Roma per discutere di Libia e delle "altre sfide comuni" tra Roma e Washington, al Palazzo di vetro il dossier più scottante per l'Italia si complica sul fronte del dialogo interlibico. Pur tornando ad accusare "gruppi terroristici criminali" di mantenere il potere nella capitale, il maresciallo Khalifa Haftar, le cui forze conducono un'offensiva contro Tripoli dall'aprile scorso, si è detto pronto a un "dialogo inclusivo che preservi l'unità del territorio libico", ma dalla platea dell'Assemblea generale dell'Onu, il premier libico Fayez Al Sarraj ha escluso colloqui di pace con il leader del governo rivale del suo paese descrivendolo come un criminale di guerra. Il generale Khalifa Haftar "non è un partner per la pace" ha detto Sarraj, definendo lui e i suoi sostenitori golpisti e incolpandoli per la continua instabilità in Libia. Il premier libico ha inoltre attaccato la prosecuzione delle ingerenze da parte delle potenze straniere, puntando il dito contro gli Emirati Arabi, l'Egitto e anche la Francia, tutti paesi che finora, insieme alla Russia, hanno sostenuto Haftar, mentre al fianco di Sarraj, riconosciuto dall'Onu, ci sono Turchia e Qatar.
Stabilizzare il paese
La sfida di Di Maio non è quindi delle più facili, ma resta una priorità perché stabilizzare il paese "significa fermare i flussi migratori e anche creare nuove occasioni commerciali per l'Italia. La Libia è stata oggetto di tutti i colloqui che ho avuto all'Onu" ha sottolineato il ministro.