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ECONOMIA

L'inquilino di via XX settembre studia come trovare nuove risorse

Padoan: "Rafforzare lavoro e impresa"

Parla il neoministro dell'Economia e lancia il suo piano: "Sull'evasione non bisogna dormire". Irap e Irpef allo studio per alcune modifiche
 

Pier Carlo Padoan
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Il governo punta a rafforzare impresa e lavoro e guarda con attenzione al sistema fiscale e alla delega che sono l'occasione per rilanciare la crescita che ancora decisamente stenta. E' il primo messaggio del neoministro all'Economia, Pier Carlo Padoan, che parlando all'aula della Camera spiega che la "strategia per posti di lavoro e imprese" sarà uno dei "punti chiave che guideranno l'azione del governo. In questo periodo di ripresa debole, che il governo si impegna a rafforzare". E per far questo guarda al fisco: "Il sistema tributario può e deve essere modificato favorendo la crescita". E soprattutto bisogna evitare "l'addormentarsi sui risultati della lotta all'evasione, che devono invece essere confermati". Intanto tra il taglio di dieci miliardi all'Irpef e quello di pari entità all'Irap è quest'ultimo al momento a prendere più quota.

Il percorso del "Jobs Act"
E lo stesso Matteo Renzi spiega il perché: l'Irpef avrebbe un effetto minimo sulle tasche dei lavoratori. Mentre l'Irap sarebbe un taglio secco di un terzo agli oneri fiscali delle imprese. Si starebbe pensando a un meccanismo complesso di deducibilità dell'Irap da Ires e Irpef. Il tutto accompagnato anche da un iniziale "ragionamento" sul taglio degli oneri sociali. Con un evidente beneficio in termini di possibilità di maggiori assunzioni, accompagnando anche il percorso con le novità "regolamentari" del "Jobs Act". Quindi Padoan ha una traccia in più sulla quale lavorare per metter mano a quello "choc" all'economia del quale si parla ormai da anni. L'ipotesi di un intervento massiccio sul cuneo crea grande attesa e preoccupazioni fra le parti sociali con gli industriali che annunciano di essere pronti a rinunciare "a tutti i trasferimenti" se finalmente arriverà il taglio al cuneo fiscale.

Il piano fiscale
Ma si lavora anche sul fronte Irpef con un effetto che, come conferma il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, porterebbe un beneficio "tangibile": "Chi ha un reddito da trentamila euro lordi, pari a 1.600 euro netti, avrà cinquanta euro netti al mese".    Restano sul tavolo anche le annunciate novità per superare il "credit crunch", vera "croce" delle piccole e medie imprese. Con un fondo di garanzia per le Pmi e un'accelerazione dei debiti pregressi della Pubblica amministrazione. Il nodo sono sempre le risorse. Ma proprio Renzi inizia a indicare le "coperture" per i pagamenti della Pa e i tempi stretti per reperirle. Il primo passo sarebbe quello di attingere al conto della Cassa depositi e prestiti per una cifra intorno ai sessanta miliardi di euro. E anche se Padoan più cautamente spiega che "bisogna ancora precisare" i meccanismi, Renzi annuncia "in quindici giorni sarà tutto pronto, abbiamo già preparato due emendamenti". Sembra intanto del tutto archiviata l'ipotesi di tassare i titoli di Stato.

Verso una rimodulazione delle rendite finanziarie
Ma non le rendite finanziarie. Lo spiega il nuovo responsabile economico del Pd, Filippo Taddei: per le coperture ai tagli del costo di lavoro il governo sta pensando a una "rimodulazione delle rendite finanziarie. Stiamo lavorando su diverse ipotesi. L'Italia è l'unico grande Paese europeo dove ci sono aliquote diverse su titoli di Stato che sono tassati al 12,5% e il resto delle rendite finanziarie. Noi pensiamo a una armonizzazione". Altre risorse arriverebbero dal doppio intervento sul rimpatrio dei capitali e l'accordo con la Svizzera e poi il capitolo privatizzazioni. Che servirebbe però a ripianare il debito. E sempre sul fronte risorse emergono le prime indiscrezioni: almeno dieci miliardi in più potrebbero arrivare dalla revisione della spesa delle municipalizzate. Più un ulteriore miliardo dalla razionalizzazione delle gare sotto la soglia europea. Mentre dieci miliardi arriverebbero dal taglio all'acquisto di beni e servizi. Ma il ministero frena e spiega: le cifre che circolano sono "infondate". Quelle "vere" le riferirà Cottarelli al Comitato.
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