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MONDO

L'Angelus

​Papa: apriamoci al perdono per combattere l'odio, non tutto si risolve con la giustizia

Le parole di Francesco incentrate sul concetto di perdono divino, diverso e a volte più necessario di quello umano di giustizia, per combattere l'odio anche in politica richiamando l'attenzione ai migranti di Lesbo: "ascoltate la voce di chi protesta, libertà e diritti umani vanno rispettati"

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"Apriamoci con coraggio al perdono, nella vita non tutto si risolve con la giustizia, anche io ne ho fatte tante, meglio perdonare per essere perdonati". E' stata incentrata tutta sul concetto di perdono e di misericordia l'omelia di Papa Francesco all'Angelus di questa mattina in Piazza San Pietro.

"Nell'atteggiamento divino la giustizia è pervasa dalla misericordia, mentre l'atteggiamento umano si limita alla giustizia. Gesù ci esorta ad aprirci con coraggio alla forza del perdono, perché nella vita non tutto si risolve con la giustizia. Lo sappiamo".

Il perdono come stile di vita - contro l'odio - anche in politica
Il Pontefice ha commentato la parabola del Vangelo odierno, quella del re misericordioso che condona l'enorme debito del suo servo. Lo stesso servo però, si dimostra spietato con un suo compagno che gli deve una somma modesta.

"Il cuore della parabola è l'indulgenza che il padrone dimostra verso il servo con il debito più grande", continua Francesco che spiega come nel Vangelo "troviamo due atteggiamenti differenti: quello di Dio - rappresentato dal Re - e quello dell'uomo". "C'è bisogno - sottolinea -di quell'amore misericordioso, che è anche alla base della risposta del Signore alla domanda di Pietro che precede la parabola: 'signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli?'. E Gesù gli rispose: 'non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. Nel linguaggio simbolico della Bibbia, questo significa che noi siamo chiamati a perdonare sempre!", sottolinea Bergoglio.

Il Papa sottolinea, poi come nel mondo tanti conflitti potrebbero essere evitati se il perdono fosse per tutti uno stile di vita: "quanta sofferenza, quante lacerazioni, quante guerre potrebbero essere evitate - ha detto Bergoglio rivolto alla politica e ai governi - se il perdono e la misericordia fossero lo stile della nostra vita! Anche in famiglia: quante famiglie disunite che non sanno perdonarsi, quanti fratelli e sorelle che hanno questo rancore dentro. È necessario applicare l'amore misericordioso in tutte le relazioni umane: tra i coniugi, tra i genitori e i figli, all'interno delle nostre comunità, nella chiesa, e anche nella società e nella politica". 

Francesco racconta poi come celebrando la Messa questa mattina, sia rimasto colpito da una frase contenuta nella Prima Lettura, tratta dal libro del Siracide: “Ricorda la fine smetti di odiare”, una bella frase. Pensa alla fine: sarai una bara, vuoi portarti l’odio anche lì?

Se non si perdona, infatti, ricorda il Papa, “il rancore torna come una mosca fastidiosa”: meglio, quindi, perdonare, per essere a nostra volta perdonati, perché il perdono non è un impeto di un momento, ma uno stile di vita che deve durare per sempre.

L'emergenza a Lesbo
Infine come sempre Bergoglio rivolge un pensiero ai migranti , in particolare ai profughi dell'isola greca di Lesbo. Ci vogliono "solidarietà e vicinanza" per loro e ricorda gli incendi che hanno devastato il campo di Moria "lasciando migliaia persone senza un rifugio seppure precario". Francesco ha ricordato la sua visita nell'isola e l'appello lanciato in quel luogo affinchè sia assicurata "una accoglienza umana e dignitosa a donne e uomini migranti, ai profughi, a chi cerca asilo in Europa. Esprimo solidarietà a e vicinanza a tutte le vittime di queste drammatiche vicende".  

L'incoraggiamento ai ragazzi per il rientro a scuola
Ieri Francesco si era rivolto alle famiglie che hanno partecipato, attraverso i media, al 13esimo pellegrinaggio nazionale a Pompei e a Loreto, parlando della ripresa dell'anno scolastico: che "la ripresa dell'anno scolastico sia vissuta con grande senso di responsabilità, nella prospettiva di un rinnovato patto educativo, che veda protagoniste le famiglie e ponga al centro le persone, i ragazzi e delle ragazze: la loro crescita sana, ben formata e socievole è condizione per un futuro sereno e prospero dell'intera società". L'iniziativa ha avuto come motto le parole dell'apostolo Paolo citate nel messaggio: "siate gioiosi, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti".
 
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