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MONDO

Piazza San Pietro gremita di fedeli per l'Angelus

Papa Francesco: "Non giudichiamo gli altri come i farisei"

"La nostra vita a volte è simile a quella del cieco che si è aperto alla luce, a Dio e alla sua grazia. A volte purtroppo è un po' come quella dei farisei: dall'alto del nostro orgoglio giudichiamo gli altri, e perfino il Signore!"

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Città del Vaticano Non facciamo come i "farisei", eliminiamo, invece, i "comportamenti che non sono cristiani, per camminare decisamente sulla via della santità": "Tutti siamo cristiani, ma tutti abbiamo a volte comportamenti che non sono cristiani". Lo ha detto il Papa all'Angelus, davanti a diverse migliaia di persone radunate in piazza San Pietro. E non neghiamo un'opera buona con le "chiacchiere".

Papa Francesco commentava il brano del Vangelo del cieco nato, del quale aveva parlato anche ieri incontrando ottomila ciechi e sordomuti in udienza. Quello su cui l'evangelista vuole "attirare l'attenzione", ha spiegato papa Bergoglio all'Angelus, non è "il miracolo in sé", ma "quello che succede dopo, le discussioni che suscita".

"Tante volte - ha aggiunto a braccio il Pontefice - una opera buona suscita chiacchiere, discussioni, perché ci son quelli che non vogliono vedere la verità, l'evangelista vuole attirare l'attenzione su questo meccanismo, che accade anche ai nostri giorni".

"Mentre il cieco si avvicina gradualmente alla luce - ha commentato Francesco - i farisei al contrario sprofondano sempre più nella cecità interiore; chiusi nella loro presunzione credono di avere già la luce, per questo non si aprono alla verità di Gesù, essi fanno di tutto per negare l'evidenza". "La loro chiusura alla luce - osserva il Pontefice - diventa aggressiva, e sfocia nella espulsione dal tempio dell'uomo guarito".

Tra il cieco che si avvicina "a tappe" alla fede e i farisei che mettono in dubbio l'identità dell'uomo guarito e negato anche l'azione di Dio nella guarigione, il Papa invita a scegliere il cieco nato e a fare della propria vita una vita "simile a quella del cieco che si è aperto alla luce, a Dio e alla sua grazia".

Parte centrale di questo invito è abbandonare i comportamenti "non cristiani", questo è "avviarsi decisamente sulla vita della santità". Bisogna quindi adottare i comportamenti da "figli della luce": "umiltà, pazienza, misericordia". Questi dottori della legge non avevano e,  vi suggerisco oggi quando tornate a casa, prendete il vangelo di Giovanni e leggete questo capitolo nove, vi farà bene, così vedrete la cecità, e la più profonda cecità".

"E domandiamoci, ha invitato ancora parlando con i fedeli - 'ho un cuore aperto o chiuso?' Aperto o chiuso verso Dio o verso il prossimo?. Non abbbiamo paura, il Signore ci aspetta sempre, per perdonarci" "Questo - ha commentato a braccio il Papa in un ulteriore passaggio - è un grande vangelo che fa vedere il dramma della cecità interiore di tante gente, anche la nostra, perché noi abbiamo tante volte momenti di cecità interiore".
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