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MONDO

Angelus

Papa Francesco: "Abbandonare le luci false dei pregiudizi e dell'interesse personale "

"Il pregiudizio distorce la realtà e ci carica di avversione contro coloro che giudichiamo senza misericordia e condanniamo senza appello"

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Un invito ad "abbandonare le luci false dei pregiudizi e dell'interesse personale" è stato rivolto da Papa Francesco all'Angelus, dopo gli appelli all'accoglienza e all'integrazione che hanno caratterizzato il discorso di venerdì ai leader europei e la straordinaria giornata di ieri a Milano.

Francesco ha descritto alla folla di piazza San Pietro "la luce falsa del pregiudizio contro gli altri", esortando a metterla al bando "perché il pregiudizio distorce la realtà e ci carica di avversione contro coloro che giudichiamo senza misericordia e condanniamo senza appello". "Questo - ha commentato - è pane di tutti i giorni, quando si chiacchiera degli altri non si cammina nella luce".

"Un'altra luce falsa, perché seducente e ambigua, è quella dell'interesse personale: se valutiamo uomini e cose in base al criterio del nostro utile, del nostro piacere, del nostro prestigio, non facciamo la verità nelle relazioni e nelle situazioni", ha spiegato Papa Bergoglio.

"La Vergine Santa, che per prima accolse Gesù, luce del mondo, ci ottenga la grazia di accogliere nuovamente in questa Quaresima la luce della fede, riscoprendo il dono inestimabile del Battesimo. E questa nuova illuminazione ci trasformi - ha invocato - negli atteggiamenti e nelle azioni, per essere anche noi, a partire dalla nostra povertà, portatori di un raggio della luce di Cristo". 

Venerdi' scorso ai capi di Stato e di Governo Francesco ha denunciato la dimenticanza in molti paesi della sofferenza portata dalla cortina di ferro che divideva in due il Vecchio Continente e alla fine il mondo stesso. "Laddove generazioni ambivano a veder cadere i segni di una forzata inimicizia, ora - ha lamentato - si discute di come lasciare fuori i 'pericoli' del nostro tempo: a partire dalla lunga colonna di donne, uomini e bambini, in fuga da guerra e povertà, che chiedono solo la possibilità di un avvenire per se e per i propri cari".

"I populismi - ha ammonito - fioriscono proprio dall'egoismo, che chiude in un cerchio ristretto e soffocante e che non consente di superare la limitatezza dei propri pensieri è guardare oltre", come sarebbe "quanto mai necessario oggi, davanti alle spinte centrifughe come pure alla tentazione di ridurre gli ideali fondativi dell'Unione alle necessità produttive, economiche e finanziarie".

E il monito sul rischio di "dimenticarci dei nostri avi, dei nostri nonni e di tutto quello che hanno passato per giungere dove siamo oggi", Francesco lo ha ripetuto al milione di "ambrosiani" che ieri lo hanno stretto in un abbraccio calorosissimo. "Questa terra e la sua gente hanno conosciuto - ha affermato - il dolore delle due guerre mondiali; e talvolta hanno visto la loro meritata fama di laboriosità e civiltà inquinata da sregolate ambizioni. La memoria ci aiuta a non rimanere prigionieri di discorsi che seminano fratture e divisioni come unico modo di risolvere i conflitti". Per il Papa, del resto, "evocare la memoria è il migliore antidoto a nostra disposizione di fronte alle soluzioni magiche della divisione e dell'estraniamento".

 
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