MONDO
L'annuncio di Cristopher Miller
Capo Pentagono conferma ritiro da Afghanistan e Iraq
Entro il 15 gennaio non più di 2.500 soldati in ciascun Paese. In Iraq razzi su ambasciata Usa a Baghdad
Il capo del Pentagono ha spiegato che Washington intende mettere fine ad una guerra che dura "da una generazione", essendo gli Usa presenti militarmente in Afghanistan dal 2001 e in Iraq dal 2003.
Miller ha inoltre detto di aver parlato con gli alleati di Washington, compresa la Nato, e con il governo afghano. Gli Stati Uniti hanno attualmente circa 4.500 militari in Afghanistan e 3.000 in Iraq.
Miller ha inoltre sottolineato che la decisione riflette la promessa del presidente Donald Trump di riportare i militari a casa quando le condizioni l'avessero consentito per Usa e alleati.
In Iraq razzi su ambasciata Usa a Baghdad
Razzi sono stati lanciati questa sera contro l'ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad, rompendo più di un mese di tregua decretata dalle fazioni irachene pro-Iran. Lo ha riferito una fonte della sicurezza nella Zona verde dove si trova la rappresentanza Usa. Il sistema di difesa missilistico americano C-RAM è stato immediatamente attivato nel centro di Baghdad, dove si sono verificate forti esplosioni. L'attacco è avvenuto il giorno in cui gli Stati Uniti hanno annunciato che avrebbero ritirato 500 uomini dall'Iraq, lasciandone solo 2.500.
A metà ottobre, le fazioni filo-iraniane in Iraq avevano annunciato che non avrebbero più attaccato l'ambasciata americana, a condizione che Washington annunciasse il ritiro di tutte le sue truppe entro la fine dell'anno. Per Washington, i quasi 90 attacchi missilistici che in un anno sono stati scagliati contro la sua ambasciata, basi irachene che ospitano soldati americani e convogli logistici di subappaltatori iracheni che lavorano per l'esercito americano, sono principalmente stati effettuati dalle brigate degli Hezbollah, la fazione irachena pro-Iran più radicale.